Lite Italia-Francia. Conte: «Seggio Onu vada all'Ue». Parigi: «Non giochiamo a chi è più stupido»

Mercoledì 23 Gennaio 2019
Lite Italia-Francia. Conte: «Seggio Onu vada all'Ue». Parigi: «Non giochiamo a chi è più stupido»
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A giugno era stato il caso della neve Acuqrius a fare scintille tra il premier italiano Conte e il suo omologo parigino Macron che aveva definito “vomitevole” e “cinico” il comportamento del governo italiano.

Poi si erano aggiunte le politiche europee sui migranti, infine il "caso" dei terroristi italiani latitanti che dagli anni Settanta hanno trovato rifugio, e ospitalità, in Francia. Erano seguiti gli screzi sul «colonialismo francese» che avevano fatto proseguire il duello a distanza fra Roma e Parigi. Ora da Davos, il premier Conte accusa Parigi di «ambiguità» sul dossier Fincantieri-Stx e attacca su un altro fronte, suggerendo di affidare il seggio permanente della Francia nel consiglio di sicurezza Onu «nel contesto europeo» e non più «a un singolo Paese».

La ministra transalpina per gli affari europei, Loiseau, rispondeva a distanza su eventuali «ritorsioni» di Parigi contro l'Italia: «Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l'Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle». Al suo fianco, nella tradizionale conferenza stampa del mercoledì all'Eliseo, c'era anche il portavoce del governo Benjamin Griveaux. Alla domanda se nel corso del consiglio dei ministri il presidente Emmanuel Macron avesse parlato dei ripetuti attacchi dei due vicepremier italiani, il portavoce ha risposto così : «No, non ne abbiamo parlato, in consiglio dei ministri parliamo solo di temi importanti per il Paese...». Ma poi aveva aggiunto: «In Francia si dice che tutto ciò che è eccessivo è insignificante. Quando le dichiarazioni (dei vicepremier italiani Luigi Di Maio e Matteo Salvini ndr) diventano eccessive per toni e quantità, diventano dunque insignificanti».


Intanto il vice presidente del Consiglio, Luigi Di maio insiste con l'attacco alla Francia. «Stampa moneta e la da a 200 milioni di cittadini africani. Ce l'abbiamo con il governo Macron che ci fa la morale sui migranti ma di fatto poi li spinge verso l'Italia», dice in mattinata su La7. E sempre a proposito del tema migranti: «La missione Sophia, firmata dal governo Renzi, deve continuare ma se gli altri Paesi del Mediterraneo aprono i porti. Iniziamo a portare i migranti a Marsiglia».

Un affondo anche all'altro fronte aperto, quello con la Germania e la decisione di Berlino di stoppare la partecipazione alla missione europea Sophia, che sarebbe la conseguenza della linea dura del governo italiano sull'accoglienza dei migranti dalle navi. «Non è un problema», era stata la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini, primo critico di una missione che impone all' Italia di far approdare nei suoi porti tutti i migranti salvati in mare. E mentre il premier Giuseppe Conte provava a ricucire lo strappo con Parigi per le accuse di neocolonialismo mosse da Luigi Di Maio e costate la convocazione dell'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo al Quai D'Orsay, da Berlino è piombata sull'Italia l'altra iniziativa clamorosa.

A tentare di ricurire rapporti è il ministro dell'economia, Giovanni Tria. «Nessuno vuole uno scontro, né con la Francia né con la Germania. Non dico che non ce lo possiamo permettere, ma non lo vogliamo», ha detto a Sky TG24 Tria. «Anche se ce lo potessimo permettere - ha proseguito -, non vedo perché dovremmo avere uno scontro con due Paesi europei con cui conviviamo e con cui in genere andiamo d'accordo sulle strategie. Poi è chiaro che si possono avere discussioni su singoli punti, ma in sede europea ogni Paese discute con gli altri per cercare soluzioni comuni». Ma per Di Maio la strada da percorrere sembra chiara: «Se Francia e Germania si vogliono fare i propri accordi allora è necessario che l' Italia sia sempre più presente in Europa per cambiarla».

A riassumere le altre posizioni più moderate è l'ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi, a margine di un incontro pubblica al Press Club di Bruxelles, dopo aver incontrato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e una colazione di lavoro con l'intero collegio dei commissari.  
«Gli esponenti del governo che hanno attaccato la Francia in questi giorni lo hanno fatto con «superficiale brutalità» - dice Prodi -, inadatta alle questioni «complesse» e «raffinate» che sono sul tappeto. «Io quando vedo 'sta roba - commenta Prodi - non riesco neanche a capacitarmi. Anche se ci fossero dei problemi, il modo di affrontarli, con una superficiale brutalità, di fronte ai problemi che sono così complessi e raffinati...ma siamo in un'epoca in cui si pensa che si possa sempre agire con il sì o con il no, con i referendum. Appartiene, anche questo episodio, alla crisi della democrazia di oggi».

 

Ultimo aggiornamento: 16:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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