I direttori delle case di riposo, come così i dirigenti delle scuole materne, sono avvisati: se a Roma accetteranno la proposta approvata ieri dal consiglio regionale del Veneto praticamente all'unanimità (due sole astensioni, neanche un voto contrario), i loro uffici saranno videosorvegliati. Ci saranno telecamere negli uffici dei direttori, dei dirigenti e pure degli impiegati. E questo riguarderà tutte le strutture che si occupano di persone deboli: anziani, minori, malati.
PARLA L'ESPERTO Telecamere a scuola, Paolo Crepet: «Non è prevenzione, in primis vanno valutati gli insegnanti»
TUTTI SORVEGLIATI - VOI COSA NE PENSATE? DITE LA VOSTRA: VOTATE IL SONDAGGIO
Naturalmente i sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso saranno installati principalmente nelle stanze dove si trovano i piccoli degli asili nidi e delle materne e gli anziani ospiti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, ma saranno estesi anche ai vertici. Appunto, i direttori. La proposta di legge originaria non prevedeva l'estensione delle telecamere agli ammministrativi. La norma presentata dal leghista Alberto Semenzato nasceva infatti per tutelare bimbi e anziani soprattutto dopo i recenti casi di abusi, con un trend di maltrattamenti che risulta in aumento in tutta Italia. Ma di fronte alla provocazione del consigliere di LeU, Piero Ruzzante («Allora mettiamo le telecamere anche nelle auto blu e negli uffici dei dirigenti»), Semenzato non si è opposto. Così l'emendamento è passato e poi, con le sole astensioni di Ruzzante e Patrizia Bartelle (Italia in comune), è passata anche l'intera legge. E qui va fatta una sottolineatura: trattasi di una proposta di legge statale di iniziativa regionale, significa che adesso dal Veneto sarà spedita a Roma e non è dato a sapere cosa succederà nella capitale. «Non so che fine farà nei meandri parlamentari», ha detto infatti il capogruppo della Lega, Nicola Finco, auspicando non solo l'approvazione del provvedimento, ma anche un suo adeguato finanziamento: «La Lombardia è già intervenuta per conto proprio stanziando 900mila euro per l'acquisto delle telecamere, beati loro che hanno i soldi. Però è anche vero che noi non abbiamo voluto mettere l'addizionale Irpef». Al che Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d'Italia, ha provocato: «Siete al Governo del paese, non vi mancano i numeri per approvare al Parlamento questa legge, noi fin d'ora la appoggiamo».
IL DIBATTITO
«È una legge con chiare finalità di prevenzione - ha detto Semenzato - che vuole far desistere le persone, impegnate all'interno delle strutture che erogano assistenza, dal compimento di maltrattamenti. Con la videosorveglianza verranno tutelati anche insegnanti, medici e assistenti che ogni giorno svolgono il loro lavoro con cura e passione». Favorevoli tutti i gruppi consiliari, da FdI al Pd. Uniche perplessità da LeU e Italia in comune: «Abbiamo deciso di astenerci - hanno detto Ruzzante e Bartelle - perché manca completamente un'ottica preventiva, la Lega conferma il suo approccio ideologico puntando sulla repressione».
Il vicepresidente del consiglio regionale, Massimo Giorgetti (FI), ha poi annunciato un'integrazione al provvedimento: «Sono necessarie sanzioni pesanti nei confronti delle strutture che si macchiano di questi ignobili reati perché non sono degni di far parte del sistema Veneto, pertanto presenterò apposite modifiche alle norme in vigore relative all'accreditamento delle strutture pubbliche e private della nostra Regione: qualora fossero accertatati episodi di molestie scatterà il commissariamento o addirittura la revoca dell'accreditamento».
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