Allarme a Venezia: «Ci sono minori che vivono soli nelle case Ater»

Mercoledì 23 Gennaio 2019 di Elisio Trevisan
Allarme a Venezia: «Ci sono minori che vivono soli nelle case Ater»
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VENEZIA - C’è una bomba innescata nei condomini Ater di Venezia centro storico e di Mestre. È la devianza minorile che sta seriamente preoccupando i vertici dell’Ater, perché ci sono ragazzini che vivono abbandonati dentro agli alloggi popolari e il fenomeno, a quanto pare, è in crescita. Alcuni dei ragazzi individuati nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine come autori delle aggressioni in centro storico a Venezia sono di buona famiglia «e siamo ben coscienti che l’ambiente da cui provengono ormai non è più determinante - afferma il presidente dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale veneziana Raffaele Speranzon - È una violenza senza senso, senza ideali, è solo rabbia e strafottenza. Ma al pari di chi ha la sfortuna di trovarseli davanti, anche noi come azienda fatichiamo a capire come comportarci. Però è impossibile non far nulla». La casistica delle disgrazie nelle case popolari è ampia: la mamma che ha fatto cinque figli con cinque uomini diversi e li fa vivere nello stesso appartamento a Venezia; figli di chi ha occupato un alloggio al Circus di Chirignago e poi se n’è andato; e, ancora,  in alcuni casi il legittimo affidatario dell’appartamento è finito in carcere e i ragazzi sono a casa; e poi c’è il caso dei minori affidati al fratello maggiorenne che, però, non c’è mai; o la madre che se ne va con un altro compagno che, però, non vuole i figli.
«E così abbiamo esempi di pregiudicati che hanno solo sedici anni - continua il presidente Ater - Quel che combinano per le strade è solo una minima parte dei loro comportamenti deviati. A volte imparano per la strada quel che poi mettono in atto nei condomini, o viceversa. Sta di fatto che nelle proprietà che rappresento fanno ogni genere di teppismo e vandalismo contro l’appartamento in cui vivono e contro l’intero complesso: ascensori, vani scale, porte d’accesso, finestroni, distruggono di tutto».
Le segnalazioni che arrivano agli uffici dell’Ater sono continue e l’azienda interviene in due modi: «Non siamo assistenti sociali per cui il più delle volte giriamo i casi ai servizi sociali del Comune e alla Questura e, in secondo luogo, interveniamo per fare le manutenzioni. Ma spesso non facciamo in tempo ad aggiustare che già tornano a rompere». 
Entro febbraio Speranzon andrà di persona, con i tecnici, ad incontrare i residenti e i comitati nei vari complessi abitativi: «Vogliamo capire se sia possibile fare qualcosa di più. Le segnalazioni che vengono dagli abitanti sono puntuali e in molti casi anche coraggiose e ci danno una mano a sistemare un po’ le cose. Per questo non possiamo lasciarli soli».
Il fatto è che da un lato c’è il disagio sociale («c’è sempre stato è purtroppo è in aumento»), ma dall’altro ci sono le persone normali che hanno diritto ad avere una casa dignitosa, che pagano un affitto regolare, e invece si ritrovano in situzioni del genere.
«Il problema, infatti, è duplice. Ci sono i minori vandali, e spesso anche i maggiorenni, e a fianco vivono persone per bene che non possono uscire di casa perché, ad esempio, qualche vicino ha demolito l’ascensore, o semplicemente perché hanno paura. Ecco, noi abbiamo il dovere di tutelarle, anche per non lasciar degradare il patrimonio immobiliare pubblico che è sempre più importante soprattutto qui nel Veneziano. Oggi chi cerca un alloggio in affitto a un prezzo da vecchio “equo canone”, infatti, non trova quasi più nulla perché è tutto a uso turistico. E l’unica valvola di sfogo è quella degli appartamenti popolari che, però, devono essere in ordine».
Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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