​Burkina Faso, caccia a un mediatore per salvare la vita di Luca ed Edith

Lunedì 21 Gennaio 2019 di Marco Ventura
Burkina Faso, caccia a un mediatore per salvare la vita di Luca ed Edith
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È una corsa contro il tempo quella dei nostri servizi di sicurezza e della diplomazia italiana in Burkina Faso per salvare il padovano Luca Tacchetto e la sua compagna Edith Blais, 30 e 34 anni, scomparsi il 15 dicembre mentre erano in viaggio verso il Togo, tappa di un tour di ri-forestazione per una Organizzazione non governativa. Entrambi caduti probabilmente nelle sabbie mobili della galassia jihadista che opera nel Sahel. Il tentativo di queste ore è quello di individuare un interlocutore, ricostruire la rete dei potentati locali nell'area in cui è avvenuto il presunto rapimento, e la possibile affiliazione dei sequestratori. Ma non aiuta il contesto. Sullo sfondo, infatti, anche ieri si sono registrate violenze nella regione. L'episodio più eclatante l'attacco in forze, con molti pick-up armati, di un gruppo jihadista alla base Onu di Aguelhok, in Mali, a 200 chilometri dalla frontiera con l'Algeria. Otto i morti tra i  caschi blu, tutti di nazionalità ciadiana, e numerosi i feriti. «Un attacco complesso lanciato da parecchi veicoli armati», spiega la missione dell'Onu in Mali (Minusma) che opera nel nord del Paese a partire dal 2013.
Sono 12.500 i militari e poliziotti del contingente, e 160 i caschi blu morti finora, più della metà di quelli uccisi nello stesso periodo in tutte le operazioni di pace dell'Onu nel mondo. In Burkina Faso, sei caschi blu erano stati uccisi nel luglio 2015. Tra scoppio di mine e imboscate, la missione maliana aveva già subito altri dieci morti. Il rappresentante del segretario generale dell'Onu per il Mali, Mahamat Saleh Annadif, parla di «attacco ignobile e criminale che richiede una risposta robusta, immediata e concertata». La Francia ha annunciato la ripresa delle operazioni del G5 Sahel, la forza anti-Jihad di Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad, che ha dovuto aspettare l'arrivo di 5mila uomini per la piena capacità. E ancora, sullo sfondo del jihadismo con matrice alqaedista nel Sahel, c'è un evento che non contribuisce a rasserenare il clima: l'arrivo a N'Djamena, capitale del Ciad, del premier israeliano Benjamin Netanyahu in occasione della ripresa dei rapporti diplomatici tra i due Paesi.
La violenza jihadista continua a colpire Mali, Burkina Faso e Costa d'Avorio.

A parte burkinabè e italiani, si trova in Burkina la polizia federale canadese per indagare. In Canada due ministri, il capo della diplomazia Chrystia Freeland (Esteri) e Marie-Claude Bibeau (Sviluppo internazionale) hanno voluto incontrare fra donne, a porte chiuse, mamma e sorella di Edith. Ed emerge una differenza di approccio da parte di italiani e canadesi. Questi ultimi meno riservati, mentre in Italia la richiesta è di massimo riserbo sulla vicenda per non ostacolare indagini ed eventuali trattative. Annullata, ieri, anche l'esposizione allo stadio di striscioni di solidarietà con Luca, nella partita Padova-Hellas Verona. E niente magliette per i calciatori dedicate a Luca e Edith. Anche per volontà della famiglia dell'architetto padovano. 

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