Incidente su pista da sci: chiede 90mila euro per 180 giorni di malattia

Sabato 19 Gennaio 2019 di Nicola Munaro
Incidente su pista da sci: chiede 90mila euro per 180 giorni di malattia
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MOGLIANO - Novanta mila euro per centottanta giorni di malattia, conseguenze di un incidente su una pista da sci a San Candido, in Trentino. Sono quelli che una donna di Mogliano Veneto ha chiesto ad una ragazza di Jesolo, in provincia di Venezia, come risarcimento danni per uno scontro durante una giornata sulla neve. 
A decidere sulla richiesta della donna, difesa dall'avvocato Giorgio Caldera dello studio legale Agazzi Caldera di Mestre, dovrà essere adesso il tribunale civile di Venezia, dopo che l'inchiesta penale condotta in Trentino si era chiusa con una sentenza di non luogo a procedere nei confronti della ragazzina, minorenne all'epoca dei fatti, e denunciata per lesioni personali colpose e omissione di soccorso.
 
L'INCIDENTE
Lo scontro, che alla vittima aveva causato la frattura della seconda vertebra lombare, del piatto tibiale postero laterale sinistro, con fissura nella testa della tibia, e la rottura del crociato anteriore, era avvenuto su una pista da sci di San Candido verso le 10.45 del 2 marzo 2017. È la donna stessa, nella denuncia, a raccontare quanto successo mentre con la famiglia stava sciando sulla pista centrale del monte Baraci. «A un terzo della pista, mentre ero impegnata nella discesa e mentre stavo effettuando una curva a destra - si legge nell'atto depositato al tribunale civile di Venezia, identica a quella depositata poco dopo i fatti, alla procura dei minori di Bolzano - venivo violentemente colpita da una sciatrice che proveniva da dietro, provocando la mia rovinosa caduta a terra». 

L'INVESTITRICE A TERRA
Nello scontro era caduta anche la stessa investitrice, che poi si scoprirà essere una minorenne di Jesolo, ma che, recuperati bastoncini e sci, si era rialzata e se n'era andata senza soccorrere la donna. Poi aiutata da un altro sciatore mentre il marito e la figlia della trevigiana investita si lanciavano all'inseguimento della ragazza. Una volta raggiunta, e affiancata anche dallo stesso papà, la ragazza ammetteva quanto successo.

IL RICOVERO
Dal canto suo la donna, soccorsa da una squadra della guardia alpina, veniva portata in ospedale dove i medici, sottoponendola a tutti gli esami del caso, avevano evidenziato le conseguenze di quell'investimento e di quella caduta sulla pista da sci. Diverse le fratture, come detto, che hanno costretto la donna a una lunga degenza tra ricovero e stampelle, prima di poter tornare a camminare senza sentire dolore ad ogni passo. 
Referti, quelli consegnati alla vittima dell'investimento e che certificavano le complicanze mediche dovute a quella caduta, che ora vanno a fare parte del fascicolo del tribunale, che costituiranno il perno su cui ruoterà la causa civile intentata dalla donna contro la sciatrice. A cui, lei, ha chiesto un risarcimento di novanta mila euro.
Ultimo aggiornamento: 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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