Piazza Borsa si spopola: dopo 20 anni chiude anche Furla

Sabato 19 Gennaio 2019 di Elena Filini
Piazza Borsa si spopola: dopo 20 anni chiude anche Furla
5
TREVISO - Per ventidue anni è stato il riferimento del lusso a portata di (quasi) ogni tasca. Ma ad aprile anche Furla, storico marchio della piazza, chiuderà i battenti. Continua dunque l'emorragia di negozi in piazza Borsa: prima il bar omonimo gestito da Denis Mistro che lasciò il palazzo della camera di commercio nell'autunno del 2017 in aperta polemica sul canone d'affitto, poi la bufera sul temporary store Conad lo scorso Natale. E ora anche il negozio di borse e accessori è ai titoli di coda. Sulla chiusura c'è la massima riservatezza ma la decisione è irrevocabile: ad aprile le saracinesche della pelletteria si abbasseranno per sempre. 

 
LE REAZIONI«Dobbiamo rassegnarci ad un'amara consapevolezza: la piazza non è più attrattiva». Così Renato Salvadori, presidente Ascom, legge gli ultimi dati sull'addio di Furla, che si lega alla possibile chiusura dello store Stefanel (poche decine di metri più avanti) in seguito alla pesante crisi attraversata dall'azienda di Ponte di Piave. Una piazza che si desertifica, dunque. E i marchi di fascia intermedia travolti da un improvvisa contrazione della capacità di spesa del ceto impiegatizio e delle famiglie. Ancora pochi mesi dunque e una nuova vetrina smetterà di brillare all'affaccio della piazza. Nel 2016 aveva chiuso il punto vendita in piazza Ferretto a Mestre: ad aprile toccherà a Treviso. E i due dipendenti del negozio di corso del Popolo dovrebbero essere assorbiti su Padova e Venezia. Se lo stabile, di proprietà della famiglia Tomasi, resterà sfitto o se siano in corso trattative per un nuovo brand non è ancora dato sapere. Quel che è certa è la problematicità oggi del centro storico trevigiano, dato che ha già scoraggiato diversi nuovi imprenditori (uno per tutti Zara) nell'aprire nuovi punti vendita. 
L'ARRIVOFondata a Bologna nel 1927, nel 1996 il marchio arriva a Treviso, non solo per le origini famigliari del fondatore ma perchè la città, nel percepito nordestino, era una delle più eleganti del Nord Italia. Boutique, vetrine, lusso soprattutto nel segmento dell'abbigliamento, hanno collaborato a creare l'immagine di eleganza e modernità sigillata dal successo di brand come Benetton e Stefanel. Oggi questa visione sembra pesantemente incrinata. Pare infatti che a non funzionare più non sia tanto il marchio, che altrove va bene, ma la piazza trevigiana. «Diversi sono i fattori che concorrono a rendere il centro della città sempre meno attrattivo-commenta il referente per i negozianti del settore abbigliamento Guido Pomini- c'è il problema dei parcheggi, lo svuotamento del centro storico, l'allocazione di molti uffici fuori dalle Mura». La crisi Stefanel e il tentativo generoso di rilancio operato dal 2018 da Luciano e Giuliana Benetton sul marchio di famiglia raccontano però un'altra parte del problema. 
LA CRISI«La crisi economica ha di fatto compromesso la capacità di spesa del ceto medio: non è un caso che cresca senza sosta la fascia luxury, a danno del target tradizionalmente preferito dalle famiglie e dalla piccola borghesia». Forte è anche la concorrenza degli shop orientali, che propongono imitazioni di capi di stagione a prezzi stracciati. I marchi cinesi, prima confinati alla periferia, hanno fatto il loro ingresso anche in Corso del Popolo e via Martiri, ovvero nei due tronconi principali dello struscio trevigiano. Quello di marchi di storica resistenza come Furla, insomma, non è un banale turnover. «E' un segnale preoccupante: il consumatore non sceglie più il centro storico per gli acquisti» ribadisce Salvadori. «E anche i marchi più solidi alla fine, soprattutto se in affitto, devono affrontare il problema e scegliere di ottimizzare». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci