Si stringe il cerchio attorno alla baby gang delle calli

Sabato 19 Gennaio 2019 di Monica Andolfatto
"Strada Nova" , uno dei luoghi in centro storico a Venezia dove ha colpito la baby gang
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Baby gang, è solo questione di tempo. Anche se nessuno si vuole sbilanciare, l’impressione se non la certezza, è che i componenti del branco siano stati identificati. Ragazzi veneziani compresi fra i 15 e i 19 anni, ai quali verrebbero ricondotti tre delle quattro aggressioni avvenute nell’ultima settimana in centro storico. Un’escalation di violenza gratuita che ha fatto registrare l’immediata reazione delle forze dell’ordine, intervenute in maniera decisa prima che il fenomeno assumesse dimensioni ancor più preoccupanti. E i frutti sono già stati raccolti. Da quanto si è potuto accertare gli autori dei pestaggi in serie sono adolescenti come tanti, non necessariamente appartenenti a famiglie problematiche o inserite in ambienti degradati.
 
Bulli per noia o per gioco, che con ogni probabilità non sono nemmeno appieno consapevoli della gravità delle loro azioni, o per lo meno della gravità delle conseguenze sul fronte penale. E non a caso, come ribadiscono gli esperti, in questi frangenti, più che in altri, è fondamentale intervenire subito anche a tutela degli stessi aspiranti teppisti, impedendo loro di peggiorare la propria posizione. Il questore di Venezia, Danilo Gagliardi, non conferma ma le sue parole fanno comunque intuire che la situazione è sotto controllo. «Fin dal primo episodio - dice - quello di Strada Nova ai danni di una coppia di fidanzati, ci siamo resi conto che serviva dare un segnale forte di presenza e di attenzione. Consapevolezza che si è rafforzata con il secondo episodio, quello di San Polo con il pestaggio di un cittadino bengalese e le minacce al trentenne che aveva cercato di aiutarlo. Di qui la decisione di raddoppiare le volanti lagunari, distaccandone una nel sestriere Castello e, in contemporanea, rafforzare il presidio del Commissariato San Marco dando disposizioni per servizi con personale in borghese per pattuglie e appostamenti. Uno sforzo e un impegno notevoli che ci stanno ripagando». Testimonianze delle vittime e telecamere sono risultati determinanti per far imboccare agli investigatori la pista giusta. Descrizioni fisiche concordanti, in particolare per l’abbigliamento e la cadenza dialettale, e immagini che avrebbero ripreso la banda composta da sette-otto soggetti, in più punti del tragitto compiuto sia per avvicinarsi al “bersaglio” che per allontanarsene. Nel mirino di questi minorenni picchiatori quasi seriali sono finite persone incrociate per pura casualità. Non emergerebbe infatti una pianificazione negli attacchi, al contrario. Ed è esclusa pure la molla razziale, contestata invece quale aggravante nell’inchiesta che nel 2015 portò la Squadra mobile lagunare a sgominare il gruppo di adolescenti, che tra Marghera e Mestre, si era reso autore di numerosi pestaggi, a volta con rapina, di esercenti per lo più di nazionalità bengalese. La polizia ha raccolto e confrontato le dichiarazioni rilasciate in sede di denuncia dalle parti offese: la coppia di giovani sorpresa in Strada Nova, il cuoco bengalese di San Polo, in un primo tempo indicato come venditore di rose, e del trentenne veneziano che si è visto seguire fino a casa dopo aver redarguito gli aggressori invitandoli a scusarsi, e dei tre amici ventenni accerchiati in una calle secondaria in Campo San Polo uno dei quali, residente in zona, colpito in faccia con un tirapugni per convincere anche gli altri due a consegnare il denaro che avevano con sé. Come detto quanto messo a verbale ha molti punti in comune, e tutti sarebbero in grado di riconoscere chi li ha percossi.
Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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