Le Poste sono cambiate: fanno (spesso bene) tante altre cose, peccato che non consegnino più la posta

Venerdì 18 Gennaio 2019
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Caro direttore,
abito a Venezia, in zona Arsenale e da quasi tre mesi non ricevo più regolarmente la posta, comprese le riviste in abbonamento. Ho indagato, ho telefonato, ho segnalato, ho richiesto, ho protestato, ho scritto un reclamo, ma le Poste Italiane sembrano essere diventate un'Entità Fantasma, dove la prassi ricorrente è... lo scaricabarile! Alle poste centrali di San Salvador non esiste un servizio consulenza o uno sportello per avere informazioni, solo lunghe file e personale forse già esasperato. La sola spiegazione che ho ottenuto, dall'unico difficile contatto telefonico, è che i portalettere sono stati drasticamente ridotti ed hanno l'incarico di dare precedenza alla consegna dei pacchi Amazon, il carrello in dotazione è di piccole dimensione, pertanto tutta la posta non ci sta, restando così in giacenza per settimane o mesi. Ora attendo una raccomandata importante, e la mia rivista in abbonamento, ma non sono per niente certa che mi arriverà; che sia un modo gentile per dire di rivolgersi a spedizionieri privati, e per demolire l'ennesimo Ente Italiano a servizio del cittadino?


Anna Gagliardi
Venezia


Cara lettrice,
le Poste Italiane in questi anni si sono modernizzate e fanno tante cose: offrono servizi finanziari sofisticati, vendono telefoni cellulari e relativi abbonamenti, competono con le banche nella gestione delle tesorerie comunali e tanto altro ancora. Anche molti uffici postali hanno cambiato volto e pelle, diventando più moderni ed accoglienti: luci e colori al posto delle vecchie stanze anni 70 tristanzuole e disadorne. Di questa lodevole evoluzione hanno risentito positivamente pure i bilanci della società. C'è però, in tutto questo lodevole sforzo di cambiamento, un piccolo (si fa per dire) problema: le Poste consegnano sempre meno la posta. Talvolta, anzi, sopratutto in alcuni centri storici o nelle località un po' fuori mano, non la consegnano proprio o lo fanno secondo tempistiche che prescindono dalle esigenze e dalle (legittime) attese dei cittadini-utenti. La sua esperienza ne è la riprova. Forse, dopo la pubblicazione di questa lettera, qualcuno si preoccuperà di farle recapitare con maggior tempismo riviste e raccomandata. O, almeno, lo speriamo per lei. Nel frattempo potremmo interrogarci se ha ancora senso che le Poste continuino a chiamarsi in questo modo.
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