Cesare Battisti arrestato, Conte: lo attende il carcere. Salvini: pacchia finita. Bonafede: giustizia fatta

Domenica 13 Gennaio 2019
Cesare Battisti arrestato, Salvini: pacchia finita, ora galera a vita

«Lo attendono le nostre carceri», commenta il premier Conte su Facebook. «La pacchia è finita, Cesare Battisti in galera a vita», esulta Salvini. «Giustizia è fatta», festeggia il ministro della Giustizia Bonafede. L'arresto dell'ex terrorista dei Pac viene accompagnato anche dal commento del figlio del presidente del Brasile Bolsonaro: «Il Brasile non è più terra di banditi. Matteo Salvini il 'piccolo regalo' è in arrivo», scrive in un tweet il deputato federale.

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«Le famiglie Santoro, Torregiani, Sabbadin, Campagna potranno finalmente ottenere giustizia.

La cattura e l'espulsione di Cesare Battisti sono un risultato atteso da oltre quarant'anni, che dovevamo soprattutto a loro, come pure alle altre vittime delle sue azioni criminali», inizia il messaggio di Conte su Facebook. «Lo sforzo corale e perseverante dei nostri servizi di intelligence, delle nostre forze di polizia e dell'Interpol, la collaborazione delle Autorità brasiliane e boliviane e la determinazione di questo Governo stanno per essere finalmente premiati». «Un nostro aereo è in viaggio per la Bolivia dove atterrerà verso le ore 17 (ora italiana), con l'obiettivo di prendere in consegna Battisti e riportarlo in Italia. Ad attenderlo qui da noi ci saranno le nostre carceri affinché possa espiare le condanne all'ergastolo che i tribunali italiani gli hanno inflitto a suo tempo con sentenze passate in giudicato, non certo a causa delle sue idee politiche, bensì per i quattro delitti commessi e per i vari reati connessi alla lotta armata e al terrorismo», sottolinea il premier.
 
Cesare Battisti è un «delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia ma di finire i suoi giorni in galera», scrive Matteo Salvini postando sui social una foto di Battisti sovrastata dalla scritta «la pacchia è finita». «Ringrazio per il grande lavoro le Forze dell'Ordine italiane e straniere - continua il ministro - la Polizia, l'Interpol, l'Aise e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti». Il grazie del ministro è anche per il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano «per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l'Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle autorità boliviane e alla collaborazione di altri paesi amici».​ Cesare Battisti è stato «coccolato dalle sinistre di mezzo mondo» e «per troppo tempo si è goduto la vita», dice il vicepremier. «Il mio primo pensiero - aggiunge - va ai familiari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri».

 
«È finita la lunghissima fuga di Cesare Battisti. Il mio pensiero va ai familiari delle sue vittime: Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna. A loro posso dire che, finalmente, giustizia è fatta!», scrive in un lungo post su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede affermando che «ora Cesare Battisti sarà riconsegnato all'Italia». «La tensione delle ultime ore e il dovuto riserbo - aggiunge - possono lasciare spazio alla soddisfazione per aver raggiunto un risultato atteso 25 anni».

«Battisti in Italia dovrà scontare la sua pena: chi sbaglia deve pagare e anche Battisti pagherà», aggiunge Bonafede, che prosegue: «Il tempo trascorso non ha lenito le ferite che Battisti ha lasciato nelle famiglie delle sue vittime e nel popolo italiano, così come non ha fatto diminuire il desiderio umano e istituzionale di ottenere giustizia. Ringrazio le autorità italiane e brasiliane. Ringrazio l'Interpol, per l'impegno senza sosta e il tempismo col quale ha agito. E ringrazio anche le autorità boliviane». «Ma un ringraziamento particolare - sottolinea il ministro - va a tutti coloro che al ministero della Giustizia hanno inseguito questo risultato dal lontano 1993. Tra Francia, Messico e Brasile, non è mai stata abbassata la guardia, non ci si è mai arresi di fronte alle difficoltà, anche quando tutto sembrava perduto. Anche in questi ultimi mesi, i contatti col Brasile sono stati costanti. La perseveranza è la madre del successo. Il ministero che ho l'onore di rappresentare è fatto di donne e uomini inarrestabili che ogni giorno lavorano per il buon funzionamento della giustizia. Mi piace pensare - conclude - che questa tenacia sia quella di un popolo intero, quello italiano.


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