Cesare Battisti, dalla fuga in Francia al Brasile: una vicenda lunga 38 anni

Domenica 13 Gennaio 2019
Cesare Battisti, dalla fuga in Francia al Brasile: una vicenda lunga 38 anni

Cesare Battisti è stato catturato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. L'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi, si era reso irreperibile dopo l'ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer. Il terrorista sarà presto portato in Brasile, da dove verrà mandato in Italia. La decisione del giudice del Tribunale Supremo brasiliano era stato un primo passo verso l'estradizione di Cesare Battisti, che ora tutti in Italia si attendono.

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GLI OMICIDI L'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del '78, e quello dell'agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell'uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre il 16 febbraio del '79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell'uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del '79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. L'idea alla base di quel biennio di sangue, secondo quanto si appurò in seguito, era quella di colpire, oltre ad esponenti delle forze dell'ordine, i commercianti che si erano difesi durante i cosiddetti 'espropri proletarì. Proprio per questo nel mirino dei Pac finirono il macellaio di Venezia Sabbadin e il gioielliere di Milano Torregiani. In quest'ultimo caso, poi, all'omicidio, si aggiunse un'ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere, Adriano, venne colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse, e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. 

GLI ARRESTI In Brasile Battisti era arrivato dopo aver fatto perdere le sue tracce il 22 agosto del 2004, lasciando la Francia, dove, evaso da un carcere italiano, si era rifugiato nel 1980. A localizzarlo in un primo momento in Sud America dopo lunghe ricerche erano stati gli agenti francesi e i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale. Ma Battisti era riuscito ancora una volta a far perdere le proprie tracce fino al 18 marzo del 2007 quando venne catturato dalla polizia brasiliana e dagli agenti venuti da Parigi. Fatale per lui l'incontro con un esponente dei comitati di sostegno. A Parigi l'ex leader dei Pac, grazie alla 'dottrina Mitterrand', si era rifatto una vita: abbandonata la lotta armata, si era dato alla scrittura, diventando un giallista di fama e pubblicando opere in cui proponeva alcune analisi sull'esperienza dell'antagonismo radicale, tra cui 'L'orma rossà, edito da Einaudi. Poi, però, quando l'aria era cominciata a farsi più pesante, Battisti aveva deciso di fuggire. 

LA CONDANNA A cambiare le carte in tavola era stato il parere favorevole all'estradizione dato dalla Corte d'appello di Parigi il 30 giugno del 2004. Poco dopo il presidente francese Jacques Chirac aveva fatto sapere che avrebbe dato il via libera all'estradizione nel caso in cui il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Battisti fosse stato respinto. Pochi mesi dopo, il 23 ottobre 2004 il primo ministro francese, Jean Pierre Raffarin, aveva firmato il decreto di estradizione che costringeva l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo a scontare la propria pena in Italia. Contro il decreto nel novembre 2004 i legali di Battisti avevano presentato invano ricorso al Consiglio di Stato, che aveva al contrario convalidato il decreto nel marzo 2005. Gli avvocati ci hanno poi riprovato poco dopo, presentando un ricorso presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo.

Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si è sempre detto innocente.
Fuggito dalla Francia nel 2004, l'ex terrorista è stato arrestato in Brasile nel 2007 ed è rimasto nel carcere brasiliano di Papuda, a Brasilia, fino al giugno 2011. Nel 2009 Il Tribunale Supremo Federale (Stf) autorizzò la sua estradizione in Italia, ma la decisione fu bloccata dal pronunciamento del presidente brasiliano Lula. Dopo che l'Stf ha respinto un ricorso dell'Italia, Battisti è stato scarcerato nel giugno 2011, ottenendo in agosto il permesso di residenza permanente. L'attuale presidente brasiliano Michel Temer, che si è insediato dopo l'impeachment della presidente Dilma Rousseff, erede politica di Lula, aveva manifestato l'anno scorso l'intenzione di estradare Battisti in Italia. Ora dopo l'arresto in Bolivia nella notte si attende che arrivi in Brasile e venga estradato in Italia.

Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA