No-vax. Gava radiato dall'Ordine dei medici, ma continua a lavorare

Sabato 12 Gennaio 2019 di Mauro Favaro
Roberto Gava
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TREVISO - Un sollecito formale perché si arrivi al verdetto sul caso di Roberto Gava, il medico, cardiologo ed esperto di omeopatia e agopuntura, diventato negli anni uno dei punti di riferimento più solidi della galassia no-vax in Italia. E' quello che l'Ordine dei medici di Treviso ha deciso di inviare alla commissione centrale del ministero della Salute. L'organo di autogoverno dei camici bianchi è stanco di aspettare. Sono passati quasi due anni da quando ha timbrato la radiazione di Gava, 62enne cardiologo in servizio tra il poliambulatorio dell'Usl di Castelfranco e lo studio privato di Padova, per le sue posizioni critiche sui vaccini. Ma la sanzione massima ufficializzata nell'aprile del 2017 non è mai diventata esecutiva. Gava ha infatti presentato ricorso contro la radiazione alla commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie del ministero della Salute. E fino a quando questa non si esprimerà, resterà tutto sospeso. Nel frattempo il medico continua a lavorare come sempre. Anche per conto dell'azienda sanitaria trevigiana. E ha tutto il diritto di farlo. «La commissione ministeriale  Cceps era rimasta ferma per un lungo periodo è quanto trapela dalla sede dell'Ordine della Marca ma è stata ricostituita quasi un anno fa. Il lavoro arretrato è molto. Per questo c'era l'intenzione di dare la precedenza all'analisi delle richieste riguardanti le sanzioni più pesanti. A cominciare quindi proprio dalle radiazioni. Fino a questo momento, però, non si è ancora mosso nulla». Da qui la decisione di procedere con un nuovo atto formale. 
L'ATTO FORMALEGava è stato il primo medico italiano a essere radiato da un'Ordine per le posizioni in merito ai vaccini. La sanzione applicata dall'organo di autogoverno dei medici trevigiani era stata applaudita direttamente da Walter Ricciardi, all'epoca presidente dell'Istituto superiore di sanità. «Grazie all'Ordine dei medici di Treviso per aver radiato il primo medico per il suo comportamento non etico e antiscientifico nei confronti dei vaccini», aveva scritto il 21 aprile del 2017. Fatto sta che tutto questo entusiasmo fino ad ora non si è tradotto in nulla di concreto. L'Usl della Marca resta alla finestra. Non senza mostrare una punta di imbarazzo, a dire il vero. L'ufficio legale dell'azienda sanitaria provinciale ha già provato a verificare la possibilità di rompere il contratto con Gava. Ma ad oggi la strada non è percorribile. L'Usl potrebbe allontanare il medico solo se la commissione ministeriale dovesse confermare la radiazione, che a quel punto diventerebbe esecutiva. E per il momento non c'è niente del genere. 
CATEGORIA DIVISAIntanto si naviga a vista. Cercando di governare al meglio anche gli scontri tra camici bianchi legati alla stessa azienda sanitaria. L'ultimo caso ha riguardato l'omeopatia. Salvo Di Grazia, ginecologo in servizio negli ospedali dell'ex Usl di Conegliano e Vittorio Veneto, ha messo nero su bianco la netta posizione della federazione nazionale degli Ordini dei medici: «Non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica», ha scritto nella rubrica online ufficiale Dottoremaeveroche.it. E Gava gli ha indirettamente risposto attraverso la propria pagina Facebook, seguita da oltre 55mila persone, rilanciando un appello per fermare «l'ingiustificato e antiscientifico attacco contro i medici omeopati». 
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