Migranti: Sea Watch può entrare in acque maltesi, ma non in porto

Mercoledì 2 Gennaio 2019
Migranti: Sea Watch può entrare in acque maltesi, ma non in porto
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Malta accoglie la SeaWatch nelle proprie acque territoriali, affinché possa trovare riparo dal mare mosso e dal maltempo.

Dopo il dodicesimo giorno in mare, arrivano spiragli di luce per i 32 migranti a bordo della nave, ma finora non c'è alcuna autorizzazione allo sbarco. L' «Odissea» - così come l'aveva chiamata la stessa ong - di questo inizio 2019 nel Mediterraneo prosegue: negli ultimi giorni le condizioni dei naufraghi a bordo - complice anche il drastico abbassamento delle temperature - sono peggiorate. 
 


E poco distante, sempre in zona La Valletta, c'è anche l'imbarcazione della SeaEye, che ha a bordo altre 17 persone soccorse ed è in mare da cinque giorni. Entrambe le ong tedesche avevano lanciato numerosi appelli caduti nel vuoto, seguiti anche dalle stesse richieste di Unhcr, Save The Children e altre organizzazioni. E con il passare delle ore, la situazione è ulteriormente precipitata. «A causa della lunga permanenza a bordo con cattive condizioni meteo - spiegano gli attivisti -, molti degli ospiti soffrono di forte mal di mare. Per una persona malnutrita e indebolita, la conseguente disidratazione può mettere a repentaglio la sua condizione».

Oggi, dopo che l'equipe medica sulla SeaWatch ha riferito delle precarie condizioni di salute delle persone a bordo, Malta ha autorizzato la nave ad entrare in acque territoriali, così come la 'Professor Albrecht Penck', l'imbarcazione della Sea-Eye. Alle navi è stato concesso il permesso di cercare riparo nelle acque maltesi ma non di attraccare. Il rebus sullo sbarco dei migranti al momento è tutt'altro che risolto. «I vari Stati dell'Ue - hanno spiegato gli attivisti - rimpallano le proprie responsabilità, finora non abbiamo ricevuto alcun porto dover poter attraccare. Secondo noi la soluzione più auspicabile sarebbe lo sbarco a Malta, in attesa poi di una ricollocazione dei migranti in Europa».

È proprio contro l'indifferenza dell'Ue che molte organizzazioni umanitarie si sono scagliate: «È ingiustificabile una tale chiusura da parte dei singoli governi europei che si ostinano a non voler portare in salvo poche persone in condizioni di pericolo e grave vulnerabilità», ha detto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. Per l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni «è urgente che gli Stati europei dimostrino senso di responsabilità e di solidarietà». Medici Senza Frontiere ha fatto appello «alle autorità europee ed italiane affinché si trovi al più presto un porto sicuro per questi naufraghi». Su twitter anche il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha chiesto al governo di «non può voltarsi dall'atra parte ancora una volta. Li soccorra subito».

I Paesi Bassi hanno annunciato di essere pronti ad accogliere alcuni dei 32 migranti in attesa di sbarcare da una nave battente bandiera olandese al largo di Malta, se altri Paesi faranno altrettanto. Lo riferisce il Times of Malta. La nave, la Sea Watch 3, era stata autorizzata da La Valletta a entrare nelle sue acque per ripararsi dalle cattive condizioni meteo. I migranti sono stati portati a bordo della nave il 22 dicembre dopo essere stati soccorsi al largo della Libia. «I Paesi Bassi hanno indicato la disponibilità a prendere in considerazione un numero proporzionale di migranti che sono a bordo di Sea- Watch 3, a condizione che altri Paesi europei facciano lo stesso», ha detto il portavoce del ministero della sicurezza e della giustizia Lennart Wegewijs.

Ultimo aggiornamento: 20:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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