L'Europa si sfida sul terreno degli investimenti non su quello dei no alle grandi opere

Giovedì 27 Dicembre 2018
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Caro Direttore, 
noto che anche il Gazzettino si è allineato a tanta stampa antigovernativa: non passa giorno che non esca un articolo dei vari esperti i quali senza alcun peso politico, se non quello della propria immagine, che non hanno avuto nessun consenso elettorale, che non si pongono mai in discussione e nemmeno la arrischiano, danno sommarie esecuzioni di ogni provvedimento governativo. Il governo non li ha consultati ? Allora non sono importanti, solo censori da poltrona, come d'altronde tanti direttori di giornale che pontificano dalle televisioni in ogni talk show. Per costoro, ciò che il governo in sei mesi ha fatto viene artatamente sepolto. Ovvero, se mai il governo scricchiolasse troppo, costoro sarebbero già pronti al traghettamento in altra sponda. Popolino di badogliani, non ci riesce di liberarci da questa condanna. Ma avete visto da quali Commissari europei siamo dominati? Un Parlamento europeo in maggioranza fatto di personaggi obsoleti, parcheggiati per alzare la manina e pagati a peso d'oro. Il nostro nemico ideologico non è l'idea dell'Europa, bensì è questa Europa di finanziarie, di lobby di ditte che hanno un pil loro superiore a quello di diversi Paesi. Ci dominano. In questo tempo il governo avrebbe bisogno di condivisione, di non belligeranza finchè non passa il momento difficile, ed invece tutti remano contro. Ci meritiamo un'Europa così.


Alberto Stevanin
San Giorgio delle Pertiche (Padova)


Caro lettore, 
ma in quale manuale della moderna democrazia sta scritto che chi non ha preso voti non può criticare o giudicare il governo? Chi è stato eletto non è al di sopra di ogni sospetto né di ogni contestazione. Al contrario: è quotidianamente sottoposto al giudizio dell'opinione pubblica e dei mezzi di informazione. Deve imparare ad accettare le critiche e a farne buon uso, sapendo che, essendo al governo, viene giudicato sulle scelte concrete non più sulle parole o sulle promesse. Senza sconti. Le forze politiche che oggi guidano il Paese hanno conquistato il consenso contestando duramente e spesso anche giustamente chi governava prima di loro. Oggi non possono chiedere la non belligeranza alle altre forze politiche. Devono solo dimostrare di saper far meglio chi li ha preceduti. La condivisione passa solo da qui. Per quanto ci riguarda abbiamo sostenuto l'operato del governo quando ha fatto scelte condivisibili (immigrazione, legittima difesa, nuova visione dell'Unione europea), lo abbiamo criticato e continueremo a farlo quando ha compiuto scelte a nostro modo di vedere sbagliate e contrarie agli interessi degli italiani come il reddito di cittadinanza, le pensioni o i troppi no alle infrastrutture. Non abbiamo alcuna nostalgia del passato e siamo consapevoli di vivere una stagione di grandi cambiamenti. Vorremmo solo poter sperare in un futuro migliore per noi e i nostri figli. E abbiamo qualche dubbio che ciò si raggiunga perseguendo politiche assistenzialiste come quelle contenute nella recente manovra finanziaria. L'Europa e i suoi discutibili commissari vanno sfidati sul terreno degli investimenti e della creazione di ricchezza, non su quello dei no alle grandi opere o delle mance elettorali. 
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