Bimbo muore a 2 anni dopo la circoncisione rituale in casa: grave il fratellino

Domenica 23 Dicembre 2018 di Ermanno Amedei
Roma choc, gemellini di un anno circoncisi in casa da un presunto medico nigeriano: uno muore, l'altro è gravissimo
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ROMA - ​Ha due anni il bambino nigeriano di Monterotondo morto al Sant'Andrea dopo un intervento "domestico" di circoncisione mentre il suo fratellino gemello é ricoverato nella stessa struttura ospedaliera in prognosi riservata.


La procura di Tivoli che coordina le indagini con due sostituti procuratori, il pm di turno Filippo Guerra, Antonio Altobelli pm di turno violenze di genere e danni minori oltre al capo della procura Francesco Menditto, considerando la delicatezza della situazione, mantiene il massimo riserbo. 

Il fascicolo di indagine su cui procede la squadra mobile di Roma é omicidio e lesioni gravissime. Al momento dalla procura fanno sapere che non ci sono né arrestati né fermati ma anche che l'indagato non é un nigeriano.

La madre dei due gemellini nigeriani di Monterotondo - nati a Latina nel gennaio 2017 - ha altri 5 figli in Nigeria, a quanto si apprende. La donna, titolare di protezione umanitaria, è giunta nella casa di Monterotondo a metà novembre. Gli operatori dello Sprar sostengono di non aver avuto alcun sospetto che la nigeriana volesse sottoporre i figli a circoncisione. La donna faceva scuola d'italiano a Roma. Era «tranquilla, sveglia ed educata», riferiscono gli operatori.

La madre è disperata, piange e non si dà pace, ha visto morire tra le proprie braccia il figlio di nemmeno due anni. Prima di arrivare nell'appartamento di Monterotondo la donna era stata ospite per oltre un anno di un Centro di accoglienza straordinario (Cas) a Rieti e sembra che in quel periodo avesse chiesto alla pediatra informazioni sulla possibilità di sottoporre i figli alla circoncisione.

Dopo il rifiuto del medico non erano stati seguiti.

Ai responsabili dello Sprar di Monterotondo dell'Arci di Roma non aveva mai fatto cenno di volere fare circoncidere i bambini. Gli operatori che hanno avuto contatti con la donna la descrivono ipersensibile, attentissima ai propri figli, che aveva regolarmente vaccinato ed accompagnava all'asilo sempre puntuale. La nigeriana - che nel suo Paese lavorava in una ong - teneva solitamente uno dei due gemelli sulle spalle, con la tradizionale imbracatura africana. È cattolica e nei giorni scorsi aveva addobbato un albero di Natale nella sua camera. Divideva l'appartamento con altre due donne beneficiarie di protezione, entrambe con un figlio.

Sono 9 gli appartamenti che l'Arci di Roma gestisce con il Comune a Monterotondo. Usufruiscono dell'accoglienza esclusivamente donne vulnerabili con eventuali bambini: una trentina i posti disponibili. Le beneficiarie vivono in piena autonomia nelle case. È permesso ricevere visite tra le 8 di mattina e le 20, ma solo con l'autorizzazione degli operatori. Non sono invece ammesse visite nelle ore notturne. Gli operatori hanno pieno accesso agli appartamenti e vi si recano periodicamente per controlli. Nell'ambito del progetto le beneficiarie fruiscono di tirocini professionali, corsi di formazione, corsi d'italiano, nonché di scuole ed asili per i bambini.

Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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