Antonio, decisive le prossime 48 ore. Si deciderà se sia possibile operarlo

Venerdì 14 Dicembre 2018
Antonio Megalizzi

«Le prossime 48 ore saranno decisive per valutare se è possibile intervenire chirurgicamente». Ansia e angoscia per questo giovane che lotta tra la vita e la morte in un letto di ospedale a Strasburgo dopo essere stato ferito alla testa durante l'attentato di martedì sera. Al suo fianco che non lo lascia nemmeno un attimo c'è la mamma Annamaria, mentre è Danilo Moresco, il padre della fidanzata di Antonio Megalizzi, a spiegare come siano decisive le prossime ore per capire se il reporter italiano può essere operato.

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«Al momento resta in coma farmacologico per vedere come evolve la situazione. C'è comunque stato un lieve miglioramento di alcuni valori», aggiunge l'uomo parlando di un quadro che resta comunque «stazionario». Il 28enne trentino, con una vita ricca di impegni dagli studi all'Università di Verona, al giornalismo che lo vedeva impegnato come speaker nella radio universitaria  Europhonica, alla la musica, fino alla politica aveva già programmato di rientrare a casa a Trento per le vacanze di Natale. Sogni, aspirazioni voglia di vivere improvvisamente infranti da un proiettile sparato da un terrorista che ieri in serata è stato scovano e ucciso.

LA TRAGEDIA
Una tragedia che ha colpito tutti nel profondo. Sono sotto shock le amiche di Antonio Megalizzi, che non si danno pace per quella tragedia che martedì ha catapultato il giovane in un tunnel che non si sa se avrà un'uscita, e che ha miracolosamente risparmiato loro. «Le ragazze stavano guardando le vetrine del centro quando hanno sentito i colpi e poi sono fuggite e si sono rifugiate dentro un bar dove si sono nascoste sotto un tavolo». A rivelare quei momenti drammatici è l'eurodeputato Daniele Viotti del Partito Democratico che le ha incontrate. 
«Ci hanno fatto il gesto dell'attentatore con il braccio teso e la pistola in mano», ha aggiunto Viotti, anch'egli turbato di fronte a quel racconto. «Antonio - aggiunge l'europarlamentare dem - stava scrivendo un paper sul bilancio europeo. Abbiamo chiacchierato una decina di minuti quella sera e poi ci saremmo dovuti vedere a gennaio. Lui era entusiasta, non aggiungo altro», taglia corto Viotti visibilmente provato.

LA VITTIMA
A questo si intreccia la storia di Kamal che quella sera era uscito prima dal lavoro per fare una passeggiata al mercato di Natale con la moglie e i tre bambini.
Kamal è la vittima afghana: martedì è stato colpito alla testa mentre teneva il figlioletto di tre anni fra le braccia e ieri è morto. «Kamal - racconta il cugino Sebastien - era un afghano fuggito dal suo paese e rifugiato da quindici anni in Francia». La tv Bfm e altri media francesi hanno incontrato Sebastien e altri parenti all'ospedale di Strasburgo dove era stato portato Kamal: «per lui era una serata speciale - racconta il cugino - aveva avvertito i colleghi dell'officina auto in cui lavorava che sarebbe andato via un po' prima per fare una passeggiata con la famiglia al mercato di Natale. Un uomo, da dietro, gli ha messo una mano sulla spalla e gli ha detto ehi, signore. Lui si è voltato e si è preso una pallottola mentre aveva il figlio in braccio. È una cosa disumana. È fuggito da un paese in guerra per evitare i proiettili - conclude Sebastien - e alla fine muore per un colpo di pistola mentre cercava la pace».

Ultimo aggiornamento: 16:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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