Sequestro al parcheggiatore abusivo: passo falso dei vigili... per 24 ore

Mercoledì 5 Dicembre 2018 di Denis Barea
Il posteggiatore abusivo bloccato in centro
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TREVISO - Sono le 17,45 del 29 novembre quando la polizia locale di Treviso entra in azione, bloccando e perquisendo un romeno. Gli agenti gli sequestrano 370 euro ritenuti il frutto di accattonaggio molesto, che il “decreto sicurezza” approvato solo 24 ore prima ha introdotto come nuovo reato. Ma quella che poteva passare per la prima operazione a livello nazionale ispirata dalla norma voluta dal ministro degli Interni e vice premier Matteo Salvini si rivela invece un clamoroso passo falso. Perché il decreto, (nella parte in cui si parla di accattonaggio), non era stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e quindi il reato che il romeno avrebbe commesso non esisteva ancora. Morale: perquisizione e sequestro sono illegittimi.

TROPPA FRETTA Ad accorgersi dello svarione è la Procura di Treviso, che riceve dalla locale la richiesta di convalida sia della perquisizione che del sequestro sulla base dell’articolo 669 bis del codice penale. Che però non è ancora entrato in vigore ed è diventato norma vigente solo ieri. E quindi la Procura non convalida gli atti eseguiti dai vigili e dispone la restituzione del denaro sequestrato. A finire nel mirino della polizia locale trevigiana era stato Leonard Tanase, un cittadino romeno 19enne senza fissa dimora. Gli agenti lo stavano seguendo da tempo nel suo vagare tra un angolo e l’altro della città a fare l’elemosina. Non seduto per strada con la mano tesa ma nei parcheggi, dove si era inventato un “lavoretto” tutto suo: il parcheggiatore abusivo. Indica agli automobilisti dove ci sono posti liberi, aiuta a fare manovra e poi chiede spiccioli. A volte prende qualche soldo, a volte prende qualche insulto.

L’INTERVENTO La polizia locale lo individua, documenta la sua attività, lo segue, raccoglie prove e indizi. Siamo alla fine di novembre. Il giorno 28 il “Decreto Sicurezza” passa all’esame del parlamento, il 29 la sua approvazione è su tutti i giornali, dove viene in particolare sottolineata l’introduzione del reato di “accattonaggio molesto”, che punisce con l’arresto da 3 a 6 mesi e l’ammenda da 3 mila a 6 mila euro “chiunque esercita l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà”, con conseguente sequestro dei proventi e delle cose servite o destinate a commettere l’illecito. Il 29 Tamase viene fermato e perquisito. Ma la norma per essere in vigore deve essere prima pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Al legale d’ufficio del romeno, che nel frattempo ha fatto perdere le proprie tracce, arriva quindi la notifica della mancata convalida della perquisizione e del sequestro, fatti sulla base di una articolo del codice penale in quel momento di fatto “inesistente”. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Letizia Parpinel, potrebbe ora denunciare gli agenti della polizia locale per perquisizione e sequestro illegittimi. Così come la Procura della Repubblica può, per lo stesso reato, agire d’ufficio.
Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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