Vaticano deluso per il passo indietro dell'Italia sul Global Compact, a tutti i diplomatici erano state consegnate 20 proposte concrete

Mercoledì 28 Novembre 2018 di Franca Giansoldati
Vaticano deluso per il passo indietro dell'Italia sul Global Compact, a tutti i diplomatici erano state consegnate 20 proposte concrete
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Città del Vaticano – La decisione dell’Italia di fare un passo indietro e non partecipare alla conferenza di Marrakesh sulle migrazioni e, di conseguenza, di non firmare nemmeno il primo patto internazionale frutto di un dibattito in seno all’Onu durato tre anni, è motivo di delusione per il Vaticano. «La Santa Sede ha lavorato molto per lo sviluppo dei Global compact. Ora siamo al punto dell’implementazione e attuazione dei patti. Speriamo di poter incoraggiare le Chiese in ogni Paese ad accompagnare questo processo molto importante che rappresenta la volontà, il desiderio e la politica della Chiesa rispetto ai migranti, soprattutto i più vulnerabili», ha detto padre Michael Czerny, il gesuita sotto-segretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede. A tutti i paesi il Vaticano, attraverso i canali diplomatici, aveva consegnato un documento di proposte in 20 punti concreti, molti dei quali recepiti nel testo finale che verrà discusso in Marocco l’11 e il 12 dicembre prossimi. Czerny non vuole entrare in politica, non vuole fare dichiarazioni critiche, si spinge solo a sottolineare che le migrazioni, così come la crisi sul clima, si può risolvere solo con il multilateralismo. «L’unica chiave per risolvere i problemi del mondo».

Lo scopo del patto sulle migrazioni è di arrivare a livello globale ad una migrazione sicura, ordinata e regolare che tenga conto anche dei flussi misti. Nei Venti punti di azione pastorale approvati da papa Francesco, si insiste sulla istituzione di canali sicuri, legali e organizzati per migranti e rifugiati al fine di proteggere le loro vite e si suggerisce ai governi di evitare espulsioni arbitrarie e di massa che non tengano conto delle situazioni personali, come ad esempio i ricongiungimenti familiari o le situazioni di guerra dei Paesi di provenienza. Particolare attenzione viene chiesta per i rimpatri anche volontari, perché siano adeguatamente supportati e non aggravino situazioni già critiche. Un’attenzione particolare poi è riservata ai minori per i quali il Vaticano richiama la Convenzione dei diritti del bambino e suggerisce politiche che ne garantiscano l’effettiva tutela. A questo si aggiunge l’integrazione per facilitare i rapporti dei migranti e favorire loro l’accesso all’istruzione e al mercato del lavoro.

Ecco nel dettaglio quale è la posizione di Papa Francesco espressa nei venti punti condensati nel documento consegnato ai diplomatici.

1. Incoraggiare gli Stati a bandire ogni forma di espulsione arbitraria e collettiva. Il principio di “non refoulement" va sempre rispettato. Questo principio è fondato sulla situazione individuale della persona e non sulla presunzione di sicurezza di un Paese.

2. Esortare gli Stati e gli altri attori coinvolti ad ampliare il numero e le forme di vie legali alternative per una migrazione e un reinserimento sicuri e volontari.

3. Gli Stati adottino una prospettiva di sicurezza nazionale che tenga in debito conto la sicurezza delle persone e i diritti di tutti i migranti, richiedenti asilo erifugiati che entrano nel loro territorio.

4.Incoraggiare gli Stati con ingenti flussi emigratori di lavoratori ad adottare politiche e pratiche che forniscano protezione ai cittadini che decidono di emigrare, con più informazioni prima della partenza.

5. Incoraggiare gli Stati con ingenti flussi di lavoratori immigrati ad adottare politiche nazionali che proteggano contro lo sfruttamento, il lavoro forzato ola tratta. Garantire il possesso di documenti.

6. Permettere a migranti, richiedenti asilo e rifugiati di sfruttare al meglio le proprie capacità e i propri talenti per contribuire al proprio benessere e a quello delle proprie comunità.

7. Incoraggiare gli Stati a rispettare gli obblighi derivanti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia quando adottano una legislazione nazionale per far fronte alla situazione di vulnerabilità dei minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia.

8.Incoraggiare gli Stati a rispettare i loro obblighi derivanti dalla Convenzione sui diritti dell’Infanzia nei confronti di tutti i minori migranti.

9.Adottare legislazioni che forniscano pari accesso all’istruzione per gli studenti migranti, richiedenti asilo e rifugiati, a tutti i livelli.

10. Adottare politiche nazionali che garantiscano ai migranti e rifugiati l’accesso ad una protezione sociale adeguata, a iniziare dal diritto alla salute.

11. Adottare una legislazione che eviti ai migranti e ai rifugiati lo stato di "apolidi", garantendo a tutti una nazionalità alla nascita.

12. Mettere in atto una legislazione che permetta il riconoscimento, il trasferimento e l’ulteriore sviluppo delle competenze di tutti i migranti nel Paese di accoglienza.

13. Adottare norme, politiche e pratiche che facilitino l’integrazione locale di migranti, richiedenti asilo e popolazioni di rifugiati.

14. Adottare politiche e pratiche che favoriscano e preservino l’integrità e il benessere della famiglia.Favorire i ricongiungimenti familiari.

15. Garantire ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati con necessità particolari o vulnerabilità le stesse opportunità offerte ai cittadini disabili.

16. Incoraggiare la comunità internazionale a incrementate la porzione del contributo allo sviluppo e agli aiuti di emergenza in favore degli Stati che accolgono e sostengono grandi flussi di rifugiati e di migranti che fuggono da conflitti armati.

17. Garantire la libertà religiosa, in termini di professione e pratica, a tutti i migranti e rifugiati, indipendentemente dal loro status.

18. Sulla base del concetto che l’integrazione non è né assimilazione né incorporazione, ma nel mutuo riconoscimento della ricchezza della cultura dell’altro,adottare leggi che facilitino l’integrazione locale.

19. Adottare politiche e programmi che promuovano una visione positiva di migranti e rifugiati e la solidarietà nei loro confronti.

20. Garantire il diritto a far parte dei programmi di rimpatrio volontario o di evacuazione, adottando politiche e procedure che facilitino il reinserimento
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