Boschi al papà di Di Maio: non le auguro ciò che Luigi fece a me

Lunedì 26 Novembre 2018
Maria Elena Boschi
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Grana per Luigi Di Maio dopo che un operaio ha raccontato alla trasmissione tv Le Iene di aver lavorato per anni in nero per il padre del vicepremier. «Da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre», ha detto il leader di M5S. «Il lavoratore ha fatto bene a denunciare. Consegnerò alle Iene tutti i documenti sul caso», ha aggiunto. La vicenda ha però scatenato la reazione del Pd e in particolare di Maria elena Boschi e Matteo Renzi, i cui padri sono stati entrambi coinvlti in vicende giudiziarie che in passato avevano scatenato gli attacchi grillini. I senatori del Pd chiedono poi al vice premier di andare in aula a riferire sul caso.

 


«Vorrei poter guardare in faccia il signor Antonio Di Maio, padre di Luigi, e augurargli di non vivere mai quello che suo figlio e i suoi amici hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia», dice Maria Elena Boschi in un video pubblicato su Twitter. «Mio padre è stato tirato in mezzo ad una vicenda più grande di lui per il cognome che porta e trascinato nel fango da una campagna di odio: caro signor Di Maio, il fango fa schifo», dice ancora riferendosi a Banca Etruria.

Boschi, che definisce Luigi Di Maio, «ministro del lavoro nero e della disoccupazione di questo Paese», si rivolge al padre del vicepremier e continua: «lei è sotto i riflettori per storie davvero brutte: lavoro nero, incidenti sul lavoro, sanatorie e condoni edilizi. Mio padre è stato tirato in mezzo ad una vicenda più grande di lui per il cognome che porta e trascinato nel fango dalla campagna creata da suo figlio e dagli amici di suo figlio. Caro signor Di Maio
le auguro di dormire sonni tranquilli, di non sapere mai che cos'è il sentimento di odio che è stato scaricato addosso a me e ai miei, di non saper mai cos'è il fango dell'ingiustizia che ti può essere gettato contro perché, caro signor Di Maio, il fango fa schifo come fa schifo la campagna di fake news su cui il M5s ha fondato il proprio consenso».

«Io - prosegue la deputata - continuo a fare politica solo per la mia nipotina, perché possa sapere che la sua è una famiglia di persone per bene. Le auguro, signor Di Maio, di poter dire lo stesso della sua; anche se mi rendo conto che ogni giorno che passa per voi diventa più difficile». 

«Sono convinto che la presunta onestà dei Cinque stelle sia una grande fakenews, una bufala come dimostrano tante vicende personali, dall'evasore Beppe Grillo in giù. Ma sono anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto adesso», scrive su Facebook Matteo Renzi. «Rivedo il fango gettato addosso a mio padre. Rivedo la sua vita distrutta dalla campagna d'odio dei 5 Stelle e della Lega», continua il senatore del Pd spiegando: «La vita di mio padre è cambiata, per sempre. Non è un mio problema dunque sapere se il padre di Di Maio sia responsabile o no di lavori in nero, evasione fiscale, abusi edilizi. Non m'interessa davvero. Sono però certo che Di Maio figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello sdoganamento dell'odio. Hanno educato, stimolato e spronato a detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare».




«Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta. Ma prima di fare post contriti su Facebook chiedano almeno perdono alla mia famiglia per tutta la violenza verbale di questi anni. Se Di Maio vuole essere credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?», conclude Renzi.

«A proposito di truffe: i grillini hanno detto di essere quelli dell'onestà - insiste Renzi -. E hanno fatto tutta la campagna elettorale spargendo odio in quantità industriale e fango sugli avversari e sulla mia famiglia. Adesso non solo viene condannato due volte Marco Travaglio (senza che la notizia susciti particolare indignazione: i condannati si attaccano solo se sono del Pd, evidentemente) ma emerge una brutta storia sul padre di Luigi Di Maio. Una storia fatta di lavoro nero, incidenti sul lavoro, abusi edilizi e condoni (tanto per cambiare). Volevo evitare di parlarne ma il pensiero dei quintali di fango contro mio padre mi ha portato a scrivere una lunga riflessione su Facebook. Spiego perché se Di Maio è un uomo oggi deve chiedere scusa», aggiunge Renzi.

«Il ministro Luigi Di Maio venga subito in Parlamento a dare la sua versione dei fatti su quanto trasmesso ieri dalla trasmissione televisiva le Iene. La prima cosa che l'esponente 5 Stelle deve chiarire è se la denuncia di Salvatore Pizzo è da ritenersi attendibile? In caso positivo Di Maio deve dire alle aule parlamentari se il ricorso al lavoro nero è stata una pratica costante ed è proseguita anche negli anni in cui il vicepremier risultava proprietario al 50% della Ardima srl ovvero l'impresa familiare? Di Maio è inoltre a conoscenza di altre pesanti irregolarità che riguardano l'impresa stessa? Serve che il ministro riferisca prontamente in Aula». Lo chiedono in un'interrogazione urgente al presidente del Consiglio e al ministro del lavoro, i senatori del Pd, con la prima firma del presidente del gruppo Andrea Marcucci. «L'esponente del M5S è stato nel recente passato - aggiungono i senatori - il principale animatore di campagne d'odio. Chissà cosa ne pensa ora che la sua famiglia è accusata di una condotta discutibile, come il ricorso ad un condono edilizio e l'utilizzo di manodopera a nero?».

 

Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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