Opporsi al presepe a scuola è miope integralismo che ostacola il dialogo tra religioni

Venerdì 23 Novembre 2018
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Egregio Direttore,
con puntualità degna di miglior causa anche quest'anno è iniziata la campagna contro la celebrazione del Natale nelle scuole ovvero contro l'allestimento del Presepe, con lo specioso argomento che si tratterebbe di un'offesa alla sensibilità degli scolari di altra religione cioè, per essere chiari, quelli islamici. Prescindendo dal fatto che Gesù Cristo è considerato un profeta anche dai Musulmani i quali adorano lo stesso Dio (Allah in arabo) degli Ebrei e dei Cristiani, personalmente non credo che i ragazzi islamici subiscano traumi dalla visione di una struttura generalmente di cartapesta con le statuine non solo della Sacra Famiglia ma anche di persone che esercitano vari mestieri. Perché i fautori di queste iniziative non dichiarano apertamente la loro avversione non solo al Presepe ma al Cristianesimo tout court che certamente considerano pura superstizione e sinonimo di oscurantismo? Ritengo che, non essendo politicamente corretto esprimere apertamente queste opinioni in ambito scolastico, sia molto più comodo prendersela con i simboli plurisecolari del c
ristianesimo.
Sergio Chieregato
Venezia

Caro lettore,
i sostenitori del divieto al presepe dovrebbero sforzarsi di uscire dal loro miope integralismo e considerare anche un altro punto di vista. Perché se il presepe esposto in una scuola o in un luogo pubblico viene vissuto da qualcuno, in particolare da chi professa la fede islamica, come un'offesa alla propria sensibilità culturale o religiosa, è altrettanto vero che la sua cancellazione è una evidente e clamorosa violazione alla sensibilità di qualcuno altro che, professando la religione cristiana, vede negata e violata una propria tradizione secolare. Non so se coloro che osteggiano il presepe nascondano un'avversione al Cristianesimo o alla Chiesa. Credo che certe posizioni siano il frutto di una concezione falsamente laica della società. Il rispetto delle culture prevalenti in un territorio è il punto di partenza per un corretto e produttivo confronto tra diversi. Cancellare non arricchisce nessuno, impoverisce tutti. E rende più difficile ogni dialogo. Ma temo che questo interessi poco o nulla ai fautori del No al presepe. 

    
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