Cacciata di casa perché è lesbica e non vuole «guarire», 19enne si prende una rivincita da 100mila dollari

Giovedì 22 Novembre 2018 di Federica Macagnone
Cacciata di casa perché è lesbica e non vuole «guarire», 19enne si prende una rivincita da 100mila dollari
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Ha ragione Emily Scheck, studentessa e atleta 19enne di Webster, nello Stato di New York: «La famiglia non sempre è quella che hai, ma quella che trovi». Lei lo sa bene: i suoi genitori l'hanno rinnegata, scaraventata fuori di casa, svuotato la sua stanza e sbattuto tutte le sue cose nella sua auto lasciandola senza un soldo. Non appena hanno trovato una sua foto insieme alla fidanzata Justyna e hanno capito che la figlia era gay, sono caduti nella disperazione perché non potevano sopportare quella "vergogna" e hanno messo la ragazza davanti a un aut aut: se non accettava di lasciare la scuola alla Canisius College per "farsi curare" e tornare alla "normalità sessuale" l'avrebbero rinnegata e cacciata da casa. 

Emily rifiutò e, pur sapendo quanto i suoi fossero conservatori e con una mentalità arcaica, non credeva sarebbero arrivati a tanto. Si sbagliava. La madre le mandò un messaggio dicendo: «Bene, ora ho chiuso con te. A partire da adesso, considerati sola e indipendente. Non contattare più nessuno di noi, né me e tuo padre, né i tuoi fratelli». Emily le chiese il perché di tutto ciò. La risposta fu: «Perché mi fai schifo».

Tornando al campus del college trovò la sua auto riempita di tutte le sue cose, dai giocattoli agli abiti, dai ricordi ai trofei, e senza targhe, che il padre aveva rimosso, così come aveva annullato i versamenti per l'assicurazione lasciandola improvvisamente a dover affrontare da sola tutte le spese per le tasse scolastiche, i libri e il sostentamento quotidiano. «All'inizio è stato decisamente difficile - racconta Emily - Sono stata fortunata nel trovarmi nella squadra di atletica perché l'allenatore mi ha garantito i pasti per qualche settimana, poi ho dovuto contare sulla mia fidanzata».

Alla fine, però, la macchina della solidarietà si è messa in moto, raggiungendo risultati al di là di ogni aspettativa. I suoi amici hanno lanciato per lei una pagina GoFundMe con l'obiettivo di raccogliere cinquemila dollari. In un battibaleno migliaia di sconosciuti hanno fatto per lei quello che i suoi genitori le avevano negato: le sono stati vicini, l'hanno amata e in pochi giorni hanno donato oltre 100mila dollari.

«Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere - dice Emily - La cifra che è stata raccolta per me è incredibile: ho deciso di smettere di accettare donazioni perché quello che è stato fatto per me va al di là di ogni mia speranza. Sono grata a tutti coloro che mi sono stati vicini. Ora  so che la famiglia non è sempre qualcosa che hai, ma qualcosa che trovi. L'amore è l'amore».

Quando la vicenda è diventata di dominio pubblico, i genitori della ragazza hanno fatto un piccolo dietrofront. «Noi accettiamo Emily per quello che è - ha detto il padre, Timothy Scheck, intervistato da The Buffalo News - Abbiamo solo fatto un po' di pressione su di lei perché tornasse a casa e parlasse con noi della questione, ma questo non significa che volessimo sottoporla a una terapia. Noi la amiamo».

Un dietrofront tardivo e poco credibile, alla luce di quello che lui e la moglie hanno fatto alla figlia, lasciandola senza un soldo e cacciandola da casa. La stessa Emily ha sottolineato come il comportamento dei suoi genitori sia cambiato solo dopo la creazione della pagina GoFundMe. E ora appare decisa ad andare avanti da sola: la famiglia è quella che ti abbraccia, non quella che ti rinnega. E lei ne ha trovata una fuori da casa.
Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 20:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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