Corruzione negli appalti? Ecco il sistema per capire

Giovedì 22 Novembre 2018
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Caro Gazzettino,
a seguito del "caso corruzione negli appalti" e dei pregevoli interventi odierni sulladi Angela Pederiva e Camilla De Mori mi permetto una onstatazione da addetto ai lavori.
Altro che Autorità Anticorruzione che, nella persona del presidente Cantone, sta imponendo, in materia di appalti, lacci e laccioli tali da bloccare il settore! Per impedire la corruzione negli appalti e negli incarichi pubblici (anche, va detto, da parte dei tribunali) e il conseguente, spaventoso, debito pubblico causato dalla moltiplicazione dei prezzi delle opere pubbliche, basterebbe obbligare l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza a controllare non tanto “i fornitori e gli appaltatori di opere e servizi pubblici" quanto verificare i (soli) costi e/o le fatture d’acquisto degli stessi per verificare se siano, o meno, “gonfiate”.

Considerato che la tassazione si “porta via” quasi tutti gli utili d’esercizio, se non vogliono che le tangenti restino a loro carico i fornitori e appaltatori predetti sono, infatti, “costretti” a gonfiare i costi per poterle “accantonare”.
Dedicando quasi interamente le proprie forze a tale devastante e rovinoso fenomeno (nel quale sguazzano i politici, vecchi e nuovi, e i loro amici degli amici e amanti) i verificatori del fisco eviterebbero, inoltre, di massacrare “inutilmente” le piccole imprese, pilastro dell’economia e dell’occupazione le quali, a differenza dei beneficiari di appalti pubblici in regime di sostanziale monopolio, sono impossibilitate a guadagnare (e quindi evadere) più di tanto, a causa della concorrenza.

Prova ne sia che i crediti dell’Agenzia Entrate sono frutto, in gran parte, di accertamenti andati a vuoto (per il 90% a carico delle piccole imprese, metà delle quali chiudono a seguito di una verifica) hanno raggiunto l’immane cifra di 850 miliardi di euro (pari a 30 Leggi finanziarie) nell’indifferenza (e sostanziale complicità) dei politici (collusi) di cui si è detto in precedenza.  C’è da auspicare un apposito ordine del giorno di qualsiasi amministratore pubblico in tal senso.

Luciano Dissegna, ex dirigente Agenzia delle Entrate
Romano d'Ezzelino (Vi)
Ultimo aggiornamento: 21:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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