La strana alleanza: «Unitevi a Bolzano per pulire i boschi»

Mercoledì 21 Novembre 2018
La strana alleanza: «Unitevi a Bolzano per pulire i boschi»
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BELLUNO - L'uragano ha spazzato via interi boschi. Ma potrebbe spazzare via anche l'eterna rivalità tra Belluno e le province autonome. La salvaguardia del legname e il recupero del patrimonio forestale, difatti, passano inevitabilmente dalla possibilità di giocare in squadra con Trento e Bolzano. Come? Attraverso misure specifiche per la pulizia del bosco e per agevolare l'azione di recupero delle piante schiantate e rimaste a terra. La Provincia di Bolzano ha già cominciato. Il territorio bellunese invece è in ritardo: di fatto, nelle foreste dell'Alto Bellunese abbattute dal maltempo non è ancora cominciata nessuna operazione specifica. Quindi, un aiuto altoatesino potrebbe davvero essere la soluzione. Lo sostiene anche l'europarlamentare Herbert Dorfmann che lunedì scorso ha ricevuto a Bolzano alcuni rappresentanti del mondo imprenditoriale e agricolo bellunese, accompagnati da una delegazione del Bard. «Sarebbe utile un coordinamento tra le tre province dolomitiche» dice Dorfmann. E chissà che non sia indispensabile, oltre che utile. Anche perché il coordinamento servirebbe anche per la ricostruzione, con un occhio di riguardo alla gestione del territorio e in particolare alla Pac, la politica agricola comune (che è in discussione in Europa proprio in questo momento, con Dorfmann come relatore), indispensabile per programmare il futuro dell'economia agricola della montagna.
DA STRASBURGOIl primo aiuto, quindi, potrebbe arrivare da Strasburgo. «Martedì scorso, in occasione della seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, sono intervenuto a nome del Partito Popolare Europeo chiedendo l'attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo per le zone d'Italia colpite dall'alluvione e dal maltempo, in particolare le province di Belluno, Trento e Bolzano - ricorda Dorfmann . Per l'attivazione, è necessaria una stima della valutazione dei danni superiore ai 3 miliardi di euro sul territorio nazionale, e guardando quanto accaduto solo tra le Dolomiti, senza pensare al Friuli Venezia Giulia, alla Liguria o alla Sicilia, è purtroppo una cifra facilmente raggiungibile».
L'URGENZAIl problema urgente, per i boschi bellunesi, è ora quello della pulizia e del recupero degli schianti. Primo, perché in primavera gli alberi rimasti in piedi rischiano di essere facile preda del bostrico, un parassita molto pericoloso. Secondo, perché una buona parte del legno schiantato può ancora essere immessa sul mercato e non andare persa, a patto che si intervenga con una certa rapidità. «Il Piano di Sviluppo Rurale della Provincia autonoma di Bolzano prevede una misura specifica per il recupero degli schianti, mentre per la pulizia del bosco potrebbero essere reperiti fondi dal secondo pilastro della Pac - spiega Dorfmann . Anche in quest'ottica, potrebbe essere utile un coordinamento tra le province di Belluno, Trento e Bolzano».
BOLZANO È AVANTIIl coordinamento rischia di diventare indispensabile se si guarda a cosa succede da una parte e dall'altra del confine: i boschi bellunesi sono ancora a terra due settimane abbondanti dopo il disastro; quelli altoatesini sono già un pullulare di lavori e cantieri. La misura della differenza si è avuta nell'incontro di Bolzano. Perché il mondo imprenditoriale bellunese ha incontrato anche Josef Schmiedhofer, direttore dell'Agenzia del Demanio della Provincia autonomia. «Con lui abbiamo affrontato la questione della gestione del post-alluvione, soprattutto il tema degli schianti degli alberi - spiegano dal Bard -. Nel solo Alto Adige, si sono verificati schianti pari a due anni di produzione del legname; un dato impressionante, ma addirittura minore a quanto registrato nel Bellunese (dove pare che il legname a terra sia pari a quello di 7-8 anni di produzione, ndr). Schmiedhofer ha sottolineato l'importanza di una corretta logistica nella gestione del legname: bisogna raggiungere i luoghi degli schianti, raccogliere il materiale e trovare depositi adatti. Il mercato tra le Dolomiti e l'Austria è sovraccarico, per questo il prezzo del legname è crollato. Una corretta raccolta e conservazione del legno permetterebbe di mantenerlo in condizioni vendibili».
Damiano Tormen
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