Morta nello schianto, lo strazio della mamma: «Fatemi vedere Cinzia l'ultima volta»

Domenica 18 Novembre 2018 di Diego Degan
Cinzia, 36 anni figlia di Graziella Gasparetto
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CAVARZERE - «Avrebbe compiuto 37 anni il 13 dicembre, era del giorno di Santa Lucia e qualcuno mi aveva consigliato di chiamarla così. Ma a me Cinzia piaceva di più». Graziella Gasparetto, mamma della 36enne morta a Loreo nello schianto con una Bmw, è ancora confusa, non riesce a credere che sua figlia sia morta. Certo, lo ha registrato, ma sia lei che il marito Sergio, imbianchino in pensione, si sentono sospesi. «Non ce l'hanno ancora fatta vedere dice Graziella e non ci hanno ancora spiegato quello che è successo. Ma io voglio sapere e voglio vederla, per l'ultima volta». Cinzia era la più piccola dei suoi 3 figli. Graziella aspetta il ritorno del marito e abbraccia gli amici venuti a porgere le condoglianze, c'è silenzio. «L'avevo vista venerdì pomeriggio - racconta - Abbiamo scambiato qualche parola, poi è andata al lavoro, in pizzeria». Cinzia si era diplomata alla scuola alberghiera di Adria e aveva sempre lavorato nella ristorazione. «Voleva essere indipendente racconta la mamma e si era presa un alloggio per conto suo, ma sempre qui a Cavarzere. Per diversi anni aveva fatto le stagioni in montagna e al mare fino a quando, con il fidanzato di allora aveva preso un alberghetto a Erto. Poi c'è stato qualche disaccordo, si sono lasciati ed è tornata qui. Due anni fa era andata, come cameriera, alla Bugia' di Porto Viro; lì aveva conosciuto il titolare, Stefano; si sono affezionati, sarà stato un mese che si erano messi assieme».
«SEMPRE PRUDENTE»
«Cinzia finiva il suo lavoro a notte inoltrata. E, per tornare a casa, percorreva quella strada secondaria. «La faceva anche con la nebbia e io mi preoccupavo. Ma lei mi rassicurava: Stai tranquilla, mamma, che guido con prudenza». Di svaghi, poi, Cinzia non ne aveva molti. «Al martedì, quando la pizzeria era chiusa, lei e Stefano facevano qualche gita, oppure andava al centro commerciale con le amiche. Non beveva, non fumava. L'unico vizio', per così dire, era quello dei tatuaggi». Poi la mente di Graziella torna alla disgrazia. «A Stefano l'abbiamo detto noi, tramite nostro figlio Luca, questa mattina: non sapeva ancora nulla. Poco fa ci hanno telefonato dall'ospedale, per chiederci della donazione degli organi: solo le cornee, perché è passato troppo tempo dall'incidente. Lei non aveva lasciato nulla di scritto ma ha sempre detto che avrebbe voluto donare. E abbiamo risposto di sì».
 

Ultimo aggiornamento: 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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