La sindaca di Roma non ha commesso alcun reato anche se la sua amministrazione è inadeguata

Martedì 13 Novembre 2018
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Egregio Direttore,
a suo tempo (tanti anni fa) io ho studiato che si può essere assolti con tre formule che si spiegano da sole: - perché il fatto non sussiste; - per non aver commesso il fatto; - perché il fatto non costituisce reato (penale). Evidentemente l'ultima formula (usata per la Raggi) sta a significare che quanto contestatole è vero ma non è un reato previsto dal Codice Penale. Bisognerebbe vedere se lo stesso si può dire dal punto di vista del codice etico e politico di cui si tanto si vantano i pentastellati. Perché nessuno lo fa?


Enrico Mazza
Padova


Caro lettore,
ai tribunali del popolo e ai codici etici è sempre bene preferire i tribunali ordinari e i codici civili e penali. Virginia Raggi è stata assolta con formula piena. Per la giustizia italiana la sindaca di Roma non ha commesso alcun reato e questo è ciò che conta. Punto e a capo. Non c'è molto altro da aggiungere. Se però spostiamo il discorso sul piano politico la questione cambia. E qualcosa da aggiungere c'è. Perché la sentenza del tribunale di Roma che ha assolto la Raggi per il caso Marra, non l'ha riabilitata come (pessima) amministratrice della capitale. L'assoluzione è certamente una vittoria per Virginia Raggi, ma non la assolve dalle molte e pesanti responsabilità che si è assunta come primo cittadino di Roma. I capi 5 stelle hanno cercato di trasformare un verdetto giudiziario in un verdetto politico, scatenandosi in attacchi scomposti e sconclusionati contro la stampa. Ma gli insulti ai giornalisti e le minacce non modificano una realtà che resta tale anche dopo la sentenza del tribunale di Roma: quella di Virginia Raggi è una delle giunte più insignificanti e inadeguate della storia recente della Capitale.
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