Tartufo record da 1,15 chili: il "truffle man" pordenonese lo porta negli Emirati

Venerdì 9 Novembre 2018 di Antonella Santarelli
Massimo Vidoni, 49 anni, ormai noto come The truffle man
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PORDENONE - Il tartufo, si sa, viene considerato più prezioso di un diamante, perché a differenza di quest'ultimo non dura per sempre, ma soltanto pochi giorni. Sarà per questo che a Dubai, dove il lusso è di casa, l'arrivo del primo tartufo bianco gigante, il sesto da record trovato negli ultimi vent'anni, sta destando un enorme clamore su giornali e tv. A portare il super tartufo da 1,15 chili negli Emirati arabi è stato il pordenonese Massimo Vidoni, 49 anni, ormai noto come The truffle man, che tra i suoi clienti conta anche la famiglia di Donald Trump e ha conquistato oltre alla fiducia di numerosi chef stellati e di sceicchi anche le pagine di prestigiosi magazine, come Forbes e Time out Dubai. Inutile dire che Vidoni è elettrizzato da questo nuovo colpo grosso, che gli ha permesso il  5 novembre di acquistare in provincia di Siena, uno dei più grandi tartufi bianchi al mondo, che è riuscito a vendere a Dubai a 45mila euro. Ma, a dirla tutta, il prezzo non è proprio altissimo, se si considera che quest'anno, siccome di tuberi preziosi ce n'erano in abbondanza, i costi sono scesi del 40%.

LA RARITÁ«È comunque molto raro trovare un tartufo che pesi più di un chilo - racconta il rivenditore, che con la sua azienda Italtouch, con sedi a Dubai e Singapore, commercializza anche prodotti a base di tartufo in tutto il mondo -. Negli ultimi 20 anni, solo sei di questi tartufi sono stati registrati». E tra questi, un altro gigante porta la firma di The truffle man, che ne acquistò uno da 1,3 chili (trovato nel novembre del 1998) e lo vendette a New York, allo chef Rick Moonen. Il tartufone bianco appena trovato nelle colline della Toscana, è stato venduto allo chef Francesco Guarracino al Roberto's Dubai, con il quale potrà realizzare oltre 600 piatti. «I tartufi non possono essere coltivati - ricorda Vidoni, che vive a Dubai, in una villa a Spring, ma che rientra spesso a Pordenone - sono veramente un dono della madre terra e possono crescere solo in modo naturale. Esistono soltanto tecniche speciali per addestrare i cani a trovarli. Tant'è che il raro tartufo Tuber magnatum pico, che ora si trova nel ristorante di Dubai, è stato scovato da sue cani esperti: Tina e Chira. Un altro motivo che dà la misura del loro valore è che i tartufi perdono dal 3% al 5% del loro peso ogni giorno. Ad esempio, quando Roberto's ha comprato il tartufo, era già sceso a 1.035 grammi. Il tartufo perde umidità e valore con il passare dei giorni ed è commestibile - sottolinea Vidoni - per circa 10 giorni dopo la scoperta. Per questo si dice che vale più di un diamante. Di solito - aggiunge - in piatto unico contiene tra 1 grammo e 2 grammi di tartufo affettato finemente, che si traduce in circa 650 piatti profumati e saporiti ottenibili con quello da un kg appena venduto. Da quanto ho saputo, il Roberto's proporrà nel mese del tartufo bianco, piatti come la burrata, spaghetti alla chitarra e polpette di manzo con polenta e funghi, tutti cosparsi di fettine di questo fungo bianco prezioso. Dal punto di vista di un buongustaio - considera l'imprenditore pordenonese - i tartufi hanno un effetto quasi inebriante, ti mettono di buon umore, ti mettono insomma in modalità felice.
LA FAMIGLIAVidoni vive da 5 anni a Dubai, ma Pordenone ce l'ha nel cuore e ci ritorna appena può, a trovare la famiglia, con moglie e figlia, che porta in Valcellina a fare i pic-pic a Barcis e a Piancavallo a vedere i deltaplani. «Ci piacciono le sagre e il frico, questo mondo reale, completamente diverso da quello artificiale in cui viviamo, tipo Las Vegas. Peró - considera l'imprenditore - qui in Italia non ci sono le stesse opportunità di lavoro». Vidoni vende circa 60 chili di tartufi a settimana, provenienti dalle Langhe, da Toscana, Emilia Romagna, Molise. Ma su richiesta anche da Francia o Spagna. E il suo mercato è diventato assai ampio, coinvolgendo il Qatar, il Barei, l'Iran, l'India e la Thailandia. La sua azienda, la Italtouch ha iniziato anche a promuovere il caviale e prodotti tipici italiani, come l'aceto balsamico di Modena, la pasta, il pecorino sardo e quelli con l'oca della friulana Jolanda de Colò. Ha 10 dipendenti e fattura 3 milioni l'anno, con un trend in crescita. 
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