Intorno tutto distrutto, ma il crocifisso resta in piedi. E scatta la devozione

Giovedì 8 Novembre 2018 di Raffaella Gabrieli
Intorno tutto distrutto, ma il crocifisso resta in piedi. E scatta la devozione
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BELLUNO -  A destra e a sinistra, niente. Di fronte e dietro, nulla. In quella zona di Colle Santa Lucia detta Peze, martoriata dall'uragano, è resistito solo il crocifisso detto appunto el Crist de Peze. Una presenza quasi surreale, vista la devastazione che si vede tutt'attorno, che sta dando origine a dei piccoli pellegrinaggi. Una pianta di crisantemo è comparsa in questi giorni, quasi come una sorta di ringraziamento a quel Gesù che almeno ha aiutato a preservare le vite umane del paese. E non sono mancate le persone che si sono fermate, anche solo un attimo rallentando il passo, a rivolgere un pensiero o una preghiera.

 

LA STORIAQuella che dal centro di Colle Santa Lucia chiamato Villagrande raggiunge la frazione di Rucavà, è una di quelle strade dove la devozione popolare ha fatto sorgere vari capitelli nonché numerosi crocifissi. A Rucavà in particolare esisteva un'edicola a cui i viandanti erano particolarmente devoti ma fu distrutta durante la Prima guerra mondiale. Poco distante, forse in sostituzione, venne realizzato il crocifisso noto a tutti con il nome esatto della località in cui sorse: Peze. Una denominazione che fa ben intendere come un tempo, ma in realtà anche al giorno d'oggi, il posto fosse caratterizzato da un'abetaia. Il manufatto ligneo, ricorda la popolazione, decenni fa subì dei danni ma i fedeli ben presto lo sostituirono con uno di nuovo che reca la dicitura R.G. da intendersi come grazia ricevuta. Non è da escludere che la sua nascita sia da attribuire a una sorta di salvataggio miracoloso ottenuto nella notte dei tempi.
L'ATTUALITA'E così pare essere ancora oggi visto che più persone in questi giorni hanno voluto fermarsi in preghiera. «Quando ero piccolo racconta Giuseppe Baldissera, classe 1938 ogni volta che con i miei genitori si passava qua davanti ci si faceva il segno della croce e si declamava una preghiera. Ecco, quando ho visto che questo storico simbolo della nostra fede è riuscito a resistere alla distruzione che hanno subito i paesi tutt'attorno, ho sentito il bisogno di raccogliermi in un momento di riflessione». Gli fa eco Maria Rudatis che a quel Cristo bianco, appoggiato su una croce blu e incastonato in una casetta di legno dalle rifiniture bianche, ha portato un fiore. «Transitando in auto presso el Crist de Peze spiega con emozione mi sono accorta che è riuscito a resistere alla furia del vento. Sono volati altrove, invece, i fiori deposti da sempre all'interno del piccolo recinto che lo circonda. E così mi sono sentita di portare una pianta di crisantemi».
LA PARROCCHIAQualche danno l'ha subito anche la canonica di Colle Santa Lucia, con parte del tetto danneggiato. «I paesani e i volontari spiega il parroco don Gabriele Bernardi - sono stati bravissimi e già l'indomani di quel terribile lunedì sono saliti in cima all'edificio a porre teli per riparare al meglio. Se riusciremo presto a trovare un lattoniere disponibile procederemo subito alle riparazioni altrimenti rimanderemo alla primavera, lasciando volentieri la precedenza a chi si trova in situazioni più difficili e urgenti». E per quanto riguarda gli atti di fede manifestati dai paesani per ringraziare dello scampato pericolo, «ho avuto già diverse specifiche richieste di celebrazioni di messe. So anche dell'incredibile salvataggio de el Crist de Peze e non mi meraviglio che la gente vi si rechi in preghiera. Questa è la prova che il Cristo è la roccia».
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