Festeggia i 50 anni di attività, salone saccheggiato /Video-testimonianza

Mercoledì 7 Novembre 2018 di Gabriele Pipia
Diana Salviato nel suo salone
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PADOVA - «Il primo novembre ho festeggiato cinquant’anni di attività, due giorni dopo mi hanno svaligiato il negozio. Bel regalo, quello che mi hanno fatto». Diana Salviato, 68 anni di cui gran parte passati con la forbice in mano, prova a riderci su. Ma la storica parrucchiera dell’Arcella sa perfettamente che in realtà c’è ben poco da ridere. «Mi hanno portato via qualunque cosa e riprendere è stata dura. Ma ci proviamo».
 


La sua attività di via Vecellio è stata presa di mira nella notte tra sabato e domenica. Ieri, a fatica, ha riaperto i battenti.
  
Signora Diana, cos’è successo sabato notte?
«Qualcuno ha fatto razzia nel mio negozio verso mezzanotte. Se n’è accorta la signora che vive accanto. Ha sentito un botto fortissimo e si è affacciata pensando che qualcuno avesse fatto un vandalismo sul cassonetto. Invece appena ha guardato in strada ha capito tutto. La polizia è stata chiamata subito, ma i ladri hanno agito come dei veri fulmini. E sono scappati chissà dove». 
Come si sono intrufolati?
«Hanno distrutto il vetro antisfondamento, non so in che modo. Una volta dentro, hanno portato via tutta l’attrezzatura possibile. Sei phon, quattro rasoi, tre costose forbici professionali e poi molti prodotti per capelli per un valore di mille euro. Complessivamente parliamo di tremila euro di bottino, a cui si aggiunge il danno della porta. Il vetro era in frantumi: per riprendere l’attività ho dovuto sostituirla subito». 
Che spiegazioni dà ad un colpo del genere?
«Immagino si tratti di un preciso furto su commissione: così mi hanno detto anche i poliziotti in questura. Con i prodotti rubati nel mio negozio qualcuno potrà aprirsi una nuova attività. Oppure saranno rivenduti. Ma in ogni caso lo scopo è chiaro. Questi malviventi non sono venuti qui a caso». 
Era la prima volta che capitava?
«È la prima volta che subisco un furto, ma non è la prima volta che trovo brutte sorprese, anzi. Quattro anni fa, nel marzo del 2014, hanno dato fuoco alla mia 500. Probabilmente erano stati dei personaggi che poche ore prima non avevo fatto entrare nella mia attività. Gente che voleva solamente disturbare».
E adesso come si reagisce?
«Sono stanca, davvero stanca. Lavoro qui dieci ore al giorno e non è bello ricevere una chiamata in piena notte per poi vedere che ti hanno portato via tutto. Però vado avanti, amo troppo il mio lavoro per lasciarlo. Ho invitato le ragazze che lavorano qui a portarsi phon e forbici da casa per riprendere l’attività. E ho subito speso 800 euro per acquistare nuovo materiale. Vado avanti per passione, infatti continuo a frequentare corsi specifici per essere sempre al passo con i tempi. Ma dopo fatti di questo genere la rabbia è tanta».
Lavora da tanti anni all’Arcella. Ha assistito a qualche trasformazione in questo quartiere?
«La situazione è pessima. Io ho una porta blindata come se avessi una gioielleria, ma evidentemente non basta. Tra mezzanotte e l’una qui in via Vecellio spesso è un disastro. C’è degrado, c’è buio luce, ci sono personaggi poco raccomandabili. Se arrivano a scassinare un negozio di parrucchiere vuol dire che siamo arrivati alla frutta».
Gabriele Pipia

Ultimo aggiornamento: 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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