«Situazione drammatica, siamo abbandonati»: il grido della sindaca

Venerdì 2 Novembre 2018
«Situazione drammatica, siamo abbandonati»: il grido della sindaca
VAL DI ZOLDO - «La situazione è drammatica, ci sentiamo abbandonati». A Val di Zoldo la normalità è ancora lontana. I corsi d'acqua restano ingrossati, tante case sono ancora senza corrente, la Sp 251 è stata riaperta ma è in cattive condizioni, un paio di persone di Costa sono state evacuate, i telefoni non funzionano e in caso di emergenze sanitarie la corsa in ospedale si fa a bordo di un'ambulanza. Lucia Colussi, sindaco dal 2001 al 2006, ieri è stato l'unico contatto possibile con la popolazione zoldana. Nemmeno il sindaco Camillo De Pellegrin era raggiungibile.

Con Colussi è stato possibile scambiare poche parole ieri mattina, quando la donna si trovava a Belluno. Fino a Longarone il telefono non aveva campo, stando in Valle era impossibile comunicare con l'esterno. «Posso parlare solo perché sono a Belluno le sue parole -, non vi rendete conto della drammaticità della situazione sul nostro territorio. Piove ancora a dirotto, i corsi d'acqua si sono di nuovo ingrossati e stanno nuovamente esondando».
 
«La 251 è in pessime condizioni, la sede stradale è stata ripulita ma scende acqua dal versante, è pericoloso. La corrente elettrica è tornata nella notte tra mercoledì e giovedì per noi di Iral, senza di quella non veniva erogata nemmeno la benzina». La donna ieri mattina è scesa nel capoluogo per accompagnare una parente con la febbre alta, trasportata al San Martino in ambulanza. Da lei si viene a sapere che un corso d'acqua secondario, esondando, ha allagato diverse abitazioni a Fusine. «Io abito a Iral, lì c'è stata una frana racconta -, adesso il materiale è stato portato via ma ovunque continuano ad esserci frane piccole e grandi, il Maè ha eroso e continua ad erodere le strade di accesso ai paesi e alla Valle. A pesare di più è l'isolamento, siamo così avviliti che ci sta subentrando un senso di rassegnazione».
IL SINDACO
Le ultime dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino Camillo De Pellegrin nella serata di mercoledì erano, invece, cariche di rabbia. Contro Veneto Strade, per la gestione discutibile dei disagi lungo la 251. L'isolamento per l'impossibilità di percorrere la via da Zoldo verso Longarone mercoledì è sfociato in rabbia e ha spinto più di un cittadino a presentarsi in municipio, dov'è allestito il coc, su tutte le furie. «Sono a dir poco furioso ha sbottato De Pellegrin -, per l'inammissibile condotta. A me è stata data indicazione di tenere chiusa la strada da Longarone in giù, sono stati messi uomini della Protezione civile e carabinieri per impedire il passaggio salvo per emergenze, ma da Longarone salivano auto e così i miei cittadini si sono arrabbiati». Ben presto all'ingresso del Comune si è formata una colonna di mezzi fermi, trepidanti di rompere le fila e lanciarsi verso la 251, ma trattenuti dalle forze dell'ordine. L'attesa ben presto si è caricata di tensione sfociando in toni alti e rabbia. «È stato un inferno prosegue De Pellegrin -. La strada è stata infine aperta alle 16.10, ma fino a quel momento avevo persone sotto il portone del municipio che battevano arrabbiate. Non finisce qui, sono furioso con Veneto Strade e non appena superiamo l'emergenza mi rivolgerò alle sedi opportune». A ieri sera tante famiglie erano ancora al buio e qualche persona di Costa è stata fatta evacuare. Gruppi elettrogeni hanno riportato la corrente a Pecol e a Forno, ma i disagi coinvolgevano ancora numerose abitazioni, sparse in Valle a macchia di leopardo. A supportare il post alluvione è arrivata una colonna mobile da Rovigo e geologi sono stati in Valle nei giorni scorsi per un sopralluogo sulle frane.
Alessia Trentin
Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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