Atleti derubati durante la maratona. Assedio ai sinti per riavere la refurtiva

Venerdì 2 Novembre 2018 di Monica Andolfatto
Il Villaggio sinti di via del Granoturco a Mestre al centro dell attenzione delle forze dell ordine
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Le telefonate al 113 hanno fatto scattare l’allarme rosso. Dal tenore delle segnalazioni infatti si temeva che al campo nomadi di via del Granoturco si stesse consumando una violenta resa dei conti. Non sarebbe stata la prima volta, non sarebbe stata l’ultima visto i precedenti. Per fortuna l’intervento immediato della polizia, con tre Volanti, poi supportata anche da due pattuglie dei carabinieri, ha evitato che una situazione già ad altissima tensione, degenerasse in una maxi rissa se non in qualcosa di peggio. È attorno a mezzogiorno e mezzo di domenica scorsa che il centralino del 113 comincia a raccogliere chiamate allarmate di residenti e nello stesso insediamento e nei dintorni. Chi parla con l’operatore della questura descrive una scena da sfida all’Ok Corral con una ventina di sconosciuti armati pare di bastoni che si sono presentati all’ingresso del villaggio e stanno litigando  animatamente con alcuni esponenti delle famiglie rom accorsi per difendere i confini.

Solo gli agenti riescono, e a fatica, a riportare la calma e a capire cosa stia succedendo.
Ad assediare il campo è un gruppo di maratoneti dell’Est Europa che una volta terminata la gara internazionale hanno trovato una sgraditissima sorpresa: tornati ai propri camper parcheggiati a San Giuliano hanno infatti scoperto che tutti i loro mezzi erano stati scassinati e ripuliti. Soldi, cellulari, documenti, capi di abbigliamento: sparito tutto. Ma quando uno dei derubati attiva l’app “trova il mio iPhone” ecco che la traccia del segnale li porta dritti in via del Granoturco. Non ci hanno pensato due volte a fare uno più uno e convincersi che gli autori dei furti fossero senza alcun dubbio all’interno del campo. C’è voluta tutta la professionalità e la pazienza dei poliziotti per far ragionare gli atleti stranieri e far loro “deporre le armi”.

La ricognizione eseguita non ha individuato alcuno degli oggetti rubati. Nemmeno quell’iPhone la cui localizzazione a distanza aveva fatto scattare la spedizione punitiva. Ai maratoneti viene spiegato che non vi era alcuna prova a carico dei nomadi e che non resta loro altro che sporgere regolare denuncia prima di partire per ritornare in patria. Non è la prima volta che chi utilizza l’area predisposta per la sosta di caravan e camper lamenta furti o danneggiamenti. Ed è anche vero che non di rado sono stati sorpresi all’interno della stessa area dei nomadi che non hanno saputo giustificare la loro presenza alle forze dell’ordine.
Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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