Migliaia in coda per salvare Alessandro, il piccolo con una rara malattia

Domenica 28 Ottobre 2018 di Angela Pederiva
Migliaia in coda per salvare Alessandro, il piccolo con una rara malattia
VENEZIA - Da Nord a Sud, a migliaia in coda per il piccolo Alessandro Maria. Sta commuovendo e mobilitando tutta l’Italia la vicenda del bimbo di un anno e mezzo, nelle cui vene scorre anche sangue veneto, i cui globuli bianchi crescono in maniera incontrollata, al punto da minacciarne la sopravvivenza: al piccino è stata infatti diagnosticata la Linfoistiocitosi Emofagocitica, una malattia genetica rarissima che colpisce solo lo 0,002% dei bambini e che non lascia speranze di vita senza trapianto di midollo osseo in tempi molto rapidi. «I dottori ci hanno detto che molto probabilmente ci restano solo cinque settimane per poter trovare un donatore compatibile», scriveva dieci giorni fa il papà Paolo Montresor, manager di Unicredit a Londra ma originario di Verona, dove oggi è in programma una giornata di sensibilizzazione, nell’ambito di un fitto calendario di iniziative che stanno ricevendo il supporto organizzativo anche del ministero della Salute.

 
L’APPELLO
Siccome al momento l’unica cura possibile è rappresentata dal trapianto di cellule staminali ematopoietiche, Montresor ha attivato una pagina Facebook per lanciare uno straziante appello, in cui immagina di dare voce al proprio figlioletto, il primo in Inghilterra a ricevere un farmaco sperimentale la cui efficacia è però ancora tutta da valutare: «Visto che sono figlio unico, e non ho quindi nessun fratello o sorella che mi possono donare il loro midollo, i miei genitori hanno cercato sia nel registro mondiale dei donatori di midollo osseo, che in quello dei cordoni ombelicali, ma purtroppo non esiste ad oggi alcun donatore compatibile. Quindi non mi resta che cercare mia sorella o mio fratello maggiore altrove...». A cominciare appunto dal Paese di origine della sua famiglia, dove in questi giorni si sono moltiplicati i banchetti per avviare la tipizzazione, possibile anche nei consueti centri trasfusionali. I potenziali salvatori devono avere tra 18 e 36 anni non compiuti, essere in buona salute, pesare più di 50 chili, non essere in gravidanza e aver smesso di allattare da almeno sei mesi. Attraverso un prelievo di saliva o di sangue, il profilo del donatore viene identificato e inserito in un registro: potrebbe non essere compatibile con quello di Alessandro Maria, ma magari con altri malati.
LA RISPOSTA
Da Milano a Brindisi, la risposta della gente è stata straordinaria. Ieri a Napoli in piazza Plebiscito in cinquemila si sono incolonnati in piazza Plebiscito e in tre ore sono andati esauriti 700 tamponi salivari, inducendo alcune aziende private a donarne 1.500 e le istituzioni pubbliche a mandare due autoemoteche attrezzate. «L’appello delle associazioni ha richiamato una folla, sicuramente imprevista nella sua dimensione, di persone generose – ha dichiarato il ministro Giulia Grillo – e abbiamo messo in campo il massimo sforzo possibile per l’invio da altre città dei tamponi che mancano. Il ministero della Salute, il Centro nazionale trapianti, la Rete nazionale del sangue e il Registro nazionale Ibmdr di Genova supportano in tempo reale e ringraziano tutti i volontari e gli operatori del Sistema sanitario nazionale impegnati in queste giornate di eccezionale mobilitazione, nella speranza di trovare al più presto un donatore compatibile per Alex».
IN VENETO
Una gara di solidarietà a cui partecipa anche il Veneto, con il supporto del governatore Luca Zaia: «Sono testimone ogni giorno della generosità dei veneti e degli italiani: per provare a salvare questa vita basta un test della saliva». Così questo pomeriggio dalle 14 alle 20, in piazza Bra a Verona, sarà allestito lo stand di Save Moras Italia, l’associazione fondata dall’ex calciatore gialloblù Vangelis Moras in ricordo del fratello Dimitris, scomparso nel 2015 per leucemia. «Fare sensibilizzazione ed essere informati – ha sottolineato Stefano Bertacco, assessore comunale al Sociale – è il primo passo per riuscire a combattere le leucemie e le malattie rare. Diventare donatore quindi è un gesto di grande generosità ma anche di responsabilità, per questo va fatto in maniera consapevole». Nel frattempo alla Fiera di Padova, in occasione della rassegna dedicata alle auto e moto d’epoca, per tutto il fine settimana i volontari dell’Associazione donatori midollo osseo (Admo) sono presenti nel padiglione 15 con una postazione per sensibilizzare i giovani visitatori alla donazione. Ha detto Ugo Ricciardi, presidente dell’Associazione italiana Linfoistiocitosi Emafagocitica (Aile): «Trovare la perfetta compatibilità per poter effettuare il trapianto di midollo non è semplice, parliamo di uno su centomila perché le combinazioni del Dna sono tantissime. Ma potremmo essere fortunati e trovare la piena compatibilità così che Alex possa avere un trapianto che vada a buon fine e lasciarsi alle spalle questa malattia».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 18:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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