Autovelox sospetto, indagini a rilento: a processo il vigile urbano del paese e il fratello

Giovedì 25 Ottobre 2018 di Francesco Campi
Autovelox sospetto, indagini a rilento: a processo il vigile urbano del paese e il fratello
9
BAGNOLO DI PO - Il tutor di Runzi sanzionava chi andava troppo veloce, ma le indagini sulla sua installazione non sono certo andate spedite, per svariati motivi, tanto che la prescrizione ha già cancellato parte dei reati originariamente ipotizzati. E ieri, proprio per questo, il gup ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del sindaco di Bagnolo di Po Pietro Caberletti, per il quale la Procura aveva ipotizzato l’abuso d’ufficio. Ma una parte dell’inchiesta sfocerà comunque in un processo, perché il gup Varotto ha deciso anche quattro rinvii a giudizio. Le contestazioni, che erano emerse dopo la notifica di chiusura indagini, riguardavano: Lucio Cagnacci, 60 anni, di Imperia, legale rappresentante della Cielle Service, che ha vinto la gara indetta dal Comune nel dicembre 2009, per il quale sono state formulate le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di turbata libertà degli incanti; Claudio Bonfante, 61 anni, di Castelmassa, al tempo responsabile della Polizia locale, per le stesse ipotesi; Stefano Previato, 51 anni, di Rovigo, vigile urbano di Bagnolo, per il quale sono stati ipotizzati l’abuso d’ufficio, la turbata libertà degli incanti e la corruzione per l’esercizio della funzione; il fratello Davide Previato, 44 anni, imprenditore, anche lui di Rovigo, per corruzione per l’esercizio della funzione.
L’INCHIESTA
Ad avviare le indagini sarebbe stata, nel 2013, una lettera anonima. Nella quale si sosteneva, in sostanza, che la telecamera del tutor che dal 2010 al 2013 ha pizzicato gli automobilisti non in regola sarebbe stata a sua volta non in regola per quanto riguarda l’affidamento del servizio di installazione e gestione dell’apparecchio. Inizialmente la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati ben 10 persone, compresi quattro assessori, poi però la richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata solo nei confronti di cinque. Con il non luogo a procedere per Caberletti, deciso anche per una delle accuse mosse ai fratelli Previato, sono finiti a processo solo in quattro. In prima battuta le contestazioni si sono incentrate sulle modalità di assegnazione dell’appalto e sulle modalità di conteggio delle quote, ma soprattutto sul fatto che poi la ditta vincitrice, la Cielle, avrebbe utilizzato un velomatic fornito dalla Sd Service, società che sarebbe di proprietà della ditta “Fratelli Previato Società Semplice”, della quale erano soci, appunto, il vigile e suo fratello, configurando non solo un subappalto non previsto in origine, ma facendo anche sì che il Stefano Previato ricevesse, nel 2011 e nel 2012, dei compensi nell’esercizio delle propri funzioni.
Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci