Dopo la spaccata vuole andare agli arresti
domiciliari nella casa sotto sfratto

Sabato 20 Ottobre 2018 di Marco Aldighieri
Dopo la spaccata vuole andare agli arresti domiciliari nella casa sotto sfratto
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Padova - Uno degli autori dell’ondata di spaccate che negli ultimi tre mesi ha travolto la città di Padova, dal carcere potrebbe finire agli arresti domiciliare a casa della sorella. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la donna, residente con il marito in un alloggio Ater di via Varese, in un anno non ha mai pagato un euro d’affitto e ora sono in corso le procedure per lo sfratto. 

Amor Ben Lazhar Torch, tunisino di 39 anni, attualmente è dietro alle sbarre per i reati di furto con scasso e ricettazione. Il nordafricano aveva ottenuto una casa popolare in un alloggio Ater di via delle Melette, ma siccome non pagava l’azienda lo aveva cacciato nel 2014. E lui si è trasferito dalla sorella, in un’altra abitazione di edilizia pubblica residenziale. La donna è la moglie del signor N.A. italiano, intestatario dell’alloggio assegnato anche qui per graduatoria comunale nell’agosto dello scorso anno con contratto partito a novembre. In un anno però non è mai stato pagato un euro di affitto.
 
In totale 600 euro e l’Ater ha avviato le procedure di sfratto per morosità. I coniugi per diverso tempo si sono trasferiti in Tunisia e in quell’abitazione ha vissuto Torch, senza averne alcun diritto. Qualche residente della zona ha segnalato l’anomalia all’Ater e il 4 luglio di quest’anno l’agenzia ha reclamato un immediato controllo da parte del Comune. Il controllo non è avvenuto e Torch, il ciclista con il piede di porco, è stato poi arrestato il 10 ottobre dalla polizia. Ora il suo avvocato, Luca Deiana del foro di Padova, nei prossimi giorni ne chiederà gli arresti domiciliari proprio nell’abitazione dell’Ater di via Varese. Motivo, la sorella con il marito è rientrata dalla Tunisia. Dunque Torch può trovare alloggio dalla sorella. Il legale del nordafricano aveva già chiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice glieli aveva negati perchè lo straniero di fatto è senza fissa dimora. Ma adesso che la sorella è tornata in Italia, l’istanza dell’avvocato verrà accettata. 
IL GIALLO
Proseguono intanto le indagini sulle spaccate e c’è da risolvere il “giallo” sul bar panetteria “Carlotta” di via Zabarella, dove per lo stesso colpo del 2 ottobre sono sospettate due persone. Si tratta di Luca Smania di 51 anni, già scarcerato e con l’obbligo di dimora a Villa del Conte dalla sorella, per la spaccata al bar “Al Vescovado”, e il tunisino Torch in carcere per il colpo al negozio di abbigliamento cinese “E-fashion” alla Stanga e per la ricettazione. È stato invece “scarcerato” per il furto al bar “Carlotta” dove rimane però indagato insieme a Smania. I carabinieri stanno aspettando i risultati di laboratorio dal Ris di Parma sui campioni di Dna raccolti nel locale per poi confrontarli con quelli del 51enne e del tunisino. La polizia invece sta indagando solo su Amor Ben Lazhar Torch sempre in merito al bar “Carlotta”. Gli esiti degli esami sui campioni biologici in questo caso però sono di competenza del Gabinetto della Scientifica.
Marco Aldighieri
Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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