Reddito di cittadinanza, in 10mila aspettano, centri impiego in crisi

Mercoledì 17 Ottobre 2018 di Marco Agrusti
Centri per l'impiego in affanno, manca personale
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PORDENONE  - Diecimila, forse dodicimila persone in attesa del reddito di cittadinanza in provincia. Ma i centri per l'impiego allo stato non sono in grado di reggere l'assalto. Passato il periodo degli slogan, la Finanziaria viaggia verso l’Unione Europea e il Parlamento. Contiene anche la riforma diventata il simbolo del welfare a 5 stelle, e il provvedimento è pronto a sfondare anche in provincia di Pordenone. Il verbo non è casuale, perché l’impatto della riforma rischia di essere quello di un tornado, con nel mirino i centri per l’impiego, chiamati a gestire le domande degli aventi diritto.  Le stime nazionali del Movimento 5 Stelle parlano di 6,5 milioni di italiani potenzialmente destinatari del reddito di cittadinanza. In realtà i numeri dovrebbero essere più contenuti, almeno in provincia di Pordenone. Alle 4 mila persone che anche secondo l’Istat vivono sotto la soglia di povertà, infatti, si devono aggiungere i 6 mila pordenonesi che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica. Ballano poi altre 2 mila persone, che non percepirebbero la somma intera ma solamente l’integrazione al Naspi, cioè l’indennità di disoccupazione già esistente. Si arriverebbe a sfiorare le 12 mila domande già a partire dai primi mesi del prossimo anno, quando la Finanziaria (salvo sorprese) dovrebbe diventare il timone dell’attività economica del Paese. 
LO SCOGLIO 
Dodicimila persone in coda per ricevere il reddito di cittadinanza. Sembrano poche, se rapportate ai circa 312 mila abitanti della provincia di Pordenone. In realtà per i centri per l’impiego sono tantissime. Le strutture, infatti, sono già traballanti e sopportano a fatica gli attuali carichi di lavoro. «Attualmente - è la testimonianza che giunge dal centro per l’impiego di Pordenone - c’è una ventina di persone che rappresenta lo zoccolo delle risorse disponibili». L’ondata di pensionamenti che ha interessato il settore ha ridotto all’osso la spina dorsale del servizio, che ad oggi fatica a gestire il lavoro ordinario, o meglio, le domande di chi un lavoro non ce l’ha. Al centro per l’impiego, che gode anche del fondo sociale europeo, arrivano le richieste dei disoccupati e delle persone che intendono cambiare lavoro. Il servizio pordenonese è considerato uno dei migliori d’Italia nel settore, ma nonostante ciò faticherebbe - allo stato attuale - a gestire i carichi di lavoro derivanti dall’introduzione del reddito di cittadinanza. «Sarebbe un problema reale», è la viva voce di chi quotidianamente lavora all’interno del centro pordenonese. Dall’altro lato c’è l’industria, che sempre più spesso si affida alle agenzie di lavoro private che popolano il panorama anche a Pordenone. Si stima che ad oggi i centri per l’impiego in provincia intercettino meno del 5 per cento del reale flusso di lavoratori alla ricerca di un impiego, mentre il resto del mercato è regolato dal contatto diretto tra domanda e offerta oppure dominato dagli operatori privati.
Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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