Studenti in piazza, bruciati manichini. Salvini: «Gesto schifoso». Di Maio: «Parliamo»

Venerdì 12 Ottobre 2018
Studenti in piazza in tutta Italia contro il governo: «Chi ha paura di cambiare? Noi no!»
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Gli studenti delle scuole medie e superiori e gli universitari sono scesi stamane in 50 piazze italiane per lamentare mancanza di risorse, poche borse di studio e soprattutto scarsa attenzione da parte del governo: il ministro dell'Istruzione e dell'Università - accusano - trova il tempo per incontrare un fantomatico movimento giovanile della Lega ma nella sua agenda non c'è spazio per vedere le rappresentanze istituzionali degli universitari italiani. «Questo non è cambiamento - sostiene Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza - vediamo che il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. 


Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il 'cambiamentò propagandato sembra in continuità col passato». In molte parti d'Italia i ragazzi sono scesi in piazza al grido «#Chihapaura di cambiare? Noi no!», con i volti coperti dalle maschere di Dalì, come i protagonisti del telefilm «La casa di carta» e con flash mob. In alcune città come a Napoli - dove sono scesi i migranti al loro fianco e il corteo ha espresso solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, cittadina considerata un modello per l'accoglienza il cui sindaco è finito ai domiciliari - sono stati scanditi slogan contro Salvini e Di Maio; a Torino i manichini raffiguranti i due vicepremier sono stati bruciati. Successivamente sono state individuate e denunciate le autrici del gesto che ha fatto dire a Salvini: «Questi 'democraticì studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa».

A Salvini ha risposto l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini. «Anche lui dovrebbe andare a lezione di educazione civica: non ha preso le distanze quando qualcuno dei giovani padani, a Busto Arsizio, diede a fuoco al mio manichino».
Di Maio si augura invece che la denuncia per vilipendio a danno delle due giovani venga archiviata. Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, sottolinea che anche oggi gli studenti hanno chiesto un incontro al titolare del Miur Marco Bussetti «che ancora una volta ha scelto di non ascoltarci preferendo unicamente il dialogo con il Movimento Giovanile della Lega, quello stesso che l'anno scorso bruciava in piazza il manichino di Laura Boldrini ma quella volta Salvini non spese una parola sul gesto violento. Questo tipo di azioni non appartengono alla nostra cultura politica, Salvini risponda nel merito ai tantissimi studenti scesi in piazza pacificamente». Diversamente da Salvini, mostra apertura ai ragazzi Luigi Di Maio: «per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola, vediamoci per un confronto». Le sue parole però non soddisfano i ragazzi. «Noi ci siamo e siamo disponibili a confrontarci con il Miur e con il vicepremier Di Maio - risponde Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari - volentieri aspettiamo un incontro con lui nelle prossime settimane ma gli facciamo notare che è da giugno che richiediamo maggiore dialogo, mentre dal Def arrivano solo notizie di tagli di milioni di euro sull'istruzione». Gli studenti annunciano nuove mobilitazioni per il 16 e 17 novembre.

Ultimo aggiornamento: 19:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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