Sgombero nella notte Porte chiuse al Loco, l'ex distretto sanitario dell'Umberto I

Venerdì 12 Ottobre 2018 di Davide Tamiello
Sgombero nella notte Porte chiuse al Loco, l'ex distretto sanitario dell'Umberto I
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MESTRE - È durata poche ore. Questa volta ai ragazzi del Loco non è stato dato neppure il tempo di ambientarsi: l'altra notte le forze dell'ordine sono intervenute in massa per sgomberare immediatamente la sede dell'ex distretto sanitario dell'Umberto I, occupato mercoledì pomeriggio dai ragazzi del collettivo sfrattati un mese fa dall'ex biblioteca civica di via Piave. L'operazione è partita alle tre del mattino: circa una cinquantina di uomini tra carabinieri, polizia di Stato e polizia locale, hanno fatto irruzione nell'ufficio abbandonato. Agenti e militari erano in assetto anti sommossa, pronti a ogni evenienza, nell'ipotesi di una reazione da parte degli occupanti. All'interno, però, non c'era nessuno. Quattro panche, qualche bidone e un paio di fari. Ma dei giovani, neanche l'ombra. A quel punto, la polizia ha mantenuto un presidio fino a ieri pomeriggio, per impedire nuovi ingressi e violazione di sigilli. L'immobile, che al momento è in mano alle banche creditrici assieme ai 6 ettari dell'ex ospedale e ai quattro ex padiglioni non demoliti, è stato sequestrato e l'ingresso murato dagli operai del Comune. Per ora di denunce agli occupanti non se ne parla, proprio perché al momento dell'irruzione Digos e carabinieri non hanno trovato nessuno.  Verrà comunque inoltrata un'informativa alla procura, ma non è detto che abbia conseguenze. Diverso, invece, il caso di un mese fa quando i ragazzi del Loco avevano forzato le grate installate dalla questura all'ex Contemporaneo di piazzetta Olivotti (dove sorgerà il nuovo Bistrot di via Piave) sotto gli occhi della Digos: quello è un reato specifico e si chiama effrazione di sigilli.

ESULTA SALVINIIl TrasLoco, come era stata rinominata la nuova occupazione, a più di qualcuno tra i residenti, non era dispiaciuto. Illegale o meno, sta di fatto che da dieci anni quegli edifici sono un ricovero per spacciatori, tossicodipendenti, sbandati. Che gli under 21 dei centri sociali l'avessero presa in mano non era sembrata la peggiore delle disgrazie, anzi. I ragazzi del Loco hanno ripulito quello stabile abbandonato caricando su un furgone una trentina di sacchi d'immondizia. Un ragionamento che però prescinde dalla legittimità dell'operazione: le forze dell'ordine non potevano rimanere a guardare. Merito del giro di vite del decreto Salvini? Forse. Quel che è sicuro è che ieri sono stati in tanti a festeggiare: da una parte, fin dal mattino a colpi di post sui social, il sindaco Luigi Brugnaro, dall'altra lo stesso ministro dell'Interno. «Dopo qualche ora di occupazione - commenta in una nota Matteo Salvini - i centri sociali sono stati sgomberati da un edificio del Comune di Venezia, a Mestre. L'operazione è stata fatta dalla Polizia di Stato e della Polizia Locale - grazie a tutti! - e l'immobile è stato murato, così da evitare altre presenze indesiderate. La pacchia è finita!» 
OSPIZIO CONTARINIChissà se la pacchia ora finirà anche per chi da anni occupa abusivamente l'ex ospizio Contarini in centro storico, in barba ai tre esposti alla magistratura presentati dall'Ire, proprietario dell'immobile trecentesco. Da novembre 2013, infatti, l'edificio è occupato da un gruppo di sedicenti anarco insurrezionalisti (ovvero: antagonisti degli antagonisti, con loro i centri sociali non hanno nulla a che fare). All'interno di quei locali (che l'Ire continua a rivendicare) negli ultimi anni si sono registrate risse e incendi dolosi. Da un lato il distretto sanitario, dall'altra il Contarini: nessuno crede ci siano figli e figliastri, ma perché finora non è stato applicato lo stesso metro? L'ultima parola sugli sgomberi spetta al comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. L'uomo chiamato a decidere, quindi, è il prefetto Vittorio Zappalorto. 
Ultimo aggiornamento: 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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