Blitz nella casa dei bracconieri, trovato un pericoloso arsenale

Giovedì 11 Ottobre 2018
Blitz nella casa dei bracconieri, trovato un pericoloso arsenale
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SELVA DI CADORE - Arsenale di armi clandestine nascosto in una casa a Selva. È stato scoperto al termine dei controlli della polizia provinciale, che stava eseguendo un'attività anti-bracconaggio e che aveva accertato che nella zona di una casa disabitata c'erano movimenti strani. E, alla fine, le indagini dei carabinieri delle stazioni di Caprile e Arabba hanno portato al blitz nell'abitazione e alla denuncia successiva a piede libero per detenzione e porto di armi clandestine di due agordini. Si tratta di Paolo Zuliani di Selva di Cadore e Primo Porta di Agordo, di 49 e 55 anni, privi sia di porto d'armi che, di conseguenza, di licenza di caccia. Ieri in paese non si parlava d'altro.

 
IL BLITZ
Era martedì sera quando i militari delle stazioni di Caprile e Arabba, con gli agenti della polizia provinciale, sono intervenuti a Selva di Cadore. Erano stati notati i due uomini in atteggiamenti sospetti, proprio attorno all'abitazione che poi si è rivelata essere un vero e proprio arsenale. L'accertamento si è esteso quindi a quella casa, che non è abitata e che non è di proprietà dei due indagati. Era un immobile che però loro utilizzano spesso e per questo è scattata la perquisizione.
LA SCOPERTA
Quando i militari e gli agenti sono entrati in quell'edificio hanno trovato di tutto: nessuna delle armi era regolare. C'erano una carabina artigianale cal 22 e due modificate marca Thompson cal 22 e 222 rem, tutte munite di ottica di precisione e silenziatori. I militari hanno inoltre scoperto 38 colpi calibro 222 Remington (un piccolo calibro), 44 colpi calibro 22, 9 bossoli già esplosi e un binocolo per visione notturna. Cosa stavano facendo i due uomini in quella casa? Perché c'erano i bossoli esplosi? La ricostruzione dei fatti è al vaglio della Procura, che coordina le indagini sul caso. Tutto l'arsenale è stato posto sotto sequestro ed è a disposizione degli inquirenti per gli accertamenti tecnici.
IL PRECEDENTE
Un caso simile si verificò, sempre in Agordino, nel novembre 2015 quando due giovani vennero immortalati dagli scatti di un fotografo mentre andavano a caccia di camosci nella zona del Parco con un'arma clandestina che nascondevano nello zaino. Entrambi patteggiarono la pena che in un caso arrivò a un anno di reclusione.
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