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Coppe europee al via: per la prima volta in 24 anni l'Italia può qualificarsi

Mercoledì 10 Ottobre 2018
Venerdì con Leinster-Wasps (Champions Cup) e Perpignan-Sale (Challenge Cup) inizia la 24ª stagione delle coppe europee di rugby. La 5ª da quando la riforma economico-meritocratica indotta dalle leghe dei club inglesi e francesi (i principali campionati al mondo) ha trasformato l’Erc (European rugby club) in Eprc. Dove quel p sta per professional (professionisti). Quindi i club del campionato italiano, non professionisti, sono stati costretti a disputare una qualificazione contro squadre russe, rumene, tedesche, georgiane, spagnole, portoghesi e belghe per provare a conquistare gli unici 2 posti liberi.

Ecco le principali novità di questa edizione:

1) Continuando la svolta meritocratica, per la prima volta in 24 edizioni non c’è una squadra italiana in Champions Cup. Prima il posto era garantito, ora bisogna meritarselo e l’Italia non l’ha meritato.

2) Giocando la coppa minore, avendo  gironi accessibili e venendo dalla loro miglior stagione in 8 anni di Celtic League/Pro 14, Benetton Treviso e Zebre hanno la concreta possibilità di qualificarsi per la prima volta al turno successivo.

3) Il Treviso (3 vittorie e 3 sconfitte finora in Pro 14)  affronterà rivali che nei rispetti campionati hanno vinto meno: Agen (2 su 7) e Grenoble (2 su 7) rispettivamente al 13° e 11° posto nel Top 14 francese; Harlequins (2 su 6) al 6° della Premiership. Harlequins re dell’albo d’oro di Challenge con 3 vittorie (2004, 2011, 2014), ma all’apparenza non all’altezza di quelle stagioni.

4) Le Zebre (2 vittorie e 4 sconfitte) affronteranno i russi dell’Enisei, cenerentola con il Timisoara in quanto provenienti dalle qualificazioni; il Bristol (2 su 6) 12° in Premiership; La Rochelle (4 su 7) 9° nel Top 14. 

5) L’Eprc ha rinnovato per altri tre anni a Simon Halliday l’incarico di chairman indipendente. La riforma economico-meritocratica perciò continua, anche se finora dal punto di vista finanziario ha ottenuto risultati inferiori alle attese, che penalizzano proprio i club di Inghilterra e Francia, dove ci sono i due campionati forti.

6) Dopo Newcastle 2019, la sede per finali del 25° anniversario delle coppe europee sarà nel 2020 il Velodrome di Marsiglia (Francia). Uno stadio da 67.000 posti capace di dare un’importante cornice all’ultimo anno. L’Italia è nelle coppe dalla prima stagione (1995/96) e, nonostante le ventilate ipotesi degli anni scorsi, non ha mai ospitato una finale. L’hanno fatto tutti gli altri Paesi e addirittura la Spagna (Bilbao 2018).

7) Il Continental Shield (scudo), la terza coppa di qualificazione alla Challenge, dopo sole due stagioni ha  abolito la finale nelle week-end delle coppe maggiori. Quest’anno non si giocherà. Il trofeo sarà assegnato dalla gara andata-ritorno fra le qualificate dai due gironi.

8) Lo Shield è stato inoltre ridotto da 8 a 6 squadre, di cui 4 italiane. E se non si troveranno i finanziamenti per organizzarlo (Eprc non vuole darli, concentrandosi solo sulle due competizioni professionistiche) rischia di sparire.

8) Ridotto in questi termini, e con il nuovo cambio di formula, sarebbe clamoroso se anche quest’anno lol Shield sfuggisse a un’italiana. In lizza ci sono Petrarca, Calvisano, Fiamme Oro, Rovigo insieme a Lokomotive Tbilisi (Georgia) e Barbarians belgi. Così dopo tre stagioni nel 2019/20 un club del campionato italiano tornerà in Challenge Cup. Dove troverà un divario più ampio rispetto al passato, visto l’attuale livello della squadre di Top 12. (Ivan Malfatto) Ultimo aggiornamento: 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA