A 28 anni troppo giovane per l'Italia: adesso vola per la Cina

Martedì 25 Settembre 2018 di Nicola Munaro
Il comandante Jacopo Stella
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PADOVA - “Magari un giorno tornerò in Italia a volare, portando nei cieli la mia bandiera. Sarà tra qualche anno, quando avrò superato i trenta e l’età non sarà più un problema. Forse, quel giorno, sarò considerato più papabile anche per loro”. Jacopo Stella ha 28 anni. Arriva dalla Sacra Famiglia, quartiere a ridosso del centro di Padova e a due passi dal Gino Allegri, l’aeroporto cittadino intitolato a uno degli eroi del volo su Vienna. Ed è da quel quartiere di villette e condomini tra Prato della Valle e l’aeroporto che Jacopo ha (letteralmente) spiccato il volo. A giugno, dopo un anno di selezioni, il padovano è diventato comandante di voli a lungo raggio della China Southern Airlines Company Limited, la più grande compagnia aerea cinese in fatto di flotta e numero di passeggeri trasportati ogni anno. Il tutto a 28 anni. Il più giovane della flotta, e quindi della Cina intera.
 
Ma anche, senza paura di essere smentiti, il più giovane comandante di aerei a lungo raggio (quelli dei voli intercontinentali, per intenderci) d’Europa. A ottobre, quando tornerà dalle ferie, il comandante Jacopo Stella volerà da un continente all’altro: si metterà di fronte alla plancia di un Boeing 777 della China Southern e porterà i suoi passeggeri da Guangzhou a New York. Il battesimo del fuoco con la cloche di un aereo cinese l’ha già avuto, atterrando a Pechino poche settimane dopo aver avuto i gradi di comandante. “E’ nato tutto quando ero piccolo – racconta il più giovane comandante di Cina – ho sempre avuto una passione per gli areoplani e per il volo. È una cosa innata, nessuno dei miei ha mai pilotato, ho solo avuto un lontano parente pilota di aerei nella Seconda Guerra mondiale”. Una passione assecondata dai genitori: “Mi ricordo le passeggiate con mia mamma lungo l’argine e fino all’Allegri, dove passavo ore a guardare gli aerei decollare e atterrare. Quando invece stavo con i miei genitori nel negozio di antiquaria di libri – continua - sfogliavo sempre libri di aerei e fotografie di volo”. Sogni che si sono concretizzati a 14 anni quando i genitori gli regalano un simulatore di volo per computer. “E’ stata la svolta, ho avuto la certezza che sarei stato un pilota di aerei. Alle superiori mi sono iscritto all’ex istituto aeronautico Natta, ma non mi fermavo a quello che facevo per scuola. ho studiato da privatista e a 16 anni, con l’età minima, ho fatto il mio primo volo con l’istruttore. Era il 9 gennaio 2006. È stato un sogno: per pagarmi le lezioni facevo dei piccoli lavoretti. Avevo le idee chiare e ho continuato – riannoda i fili con la memoria – e il 13 giugno 2006 è arrivato il primo volo da solita. Ricordo ancora mamma e papà a terra con le lacrime agli occhi”. I passi, da lì, sono tanto brevi quanto costanti: il brevetto di pilota privato a 17 anni, i primi giri con i Cessna della scuola di volo su cui portare gli amici, ancor prima di avere in mano la patente della macchina. Poi, la licenza di volo professionale ottenuta con i corsi pomeridiani a Verona (“mentre la mattina ero a scuola”). E finita la maturità, il primo contratto. “Subito dopo il diploma di quinta superiore sono stato assunto dalla Cirus Italia con cui facevo voli officina, consegna a clienti o anche l’accompagnatore di chi aveva un aeroplano ma non sapeva volare – spiega il comandante Stella - Il mio obiettivo era quello di fare il pilota di linea e ci ho anche provato. Ma in Italia si vive di nepotismo e di raccomandazioni. Io mandavo i curricula allegando il migliaio di ore di volo ma c’era sempre qualcosa che non andava e così mi passava davanti chi ne aveva di meno”. I sogni, si sa, sono però una brutta bestia da domare. Così, tra una consegna e un servizio di autista, ecco la svolta. “Non avevo mai smesso di mandare curricula e a 21 anni Ryanair mi chiama per fare la selezione per provare a diventare pilota. Sono riuscito a superarla e ho iniziato l’addestramento a bordo di un aereo 737 a 22 anni – racconta Jacopo Stella - Per due anni ho volato come co-pilota e a 25 anni sono riuscito a diventare uno dei comandanti della flotta Ryanair. Ero il più giovane comandante a livello europeo. Il primo volo è stato un Londra-Tallin”. Da quel momento, è stata un’ascesa verticale: nove mesi a Palermo poi il trasferimento a Milano, a Malpensa, dove il giovane comandante ha sentito il richiamo della natura. “Vedevo arrivare e partire gli aerei di lungo raggio e ho capito: quella sarebbe stata l’evoluzione naturale della carriera. Dovevo però cambiare compagnia ma non volevo perdere il grado acquisito di comandante. Il sogno? Sempre quello: pilotare un aereo di linea di una compagnia italiana. Ho ripreso a spedire curricula – sono le sue parole – ma non ho avito risposte, forse ero troppo giovane agli occhi di chi doveva decidere. Ma un pilota va valutato in base alla propria integrità e alle proprie capacità: nessuno mi ha dato possibilità di dimostrare. Non c’è stato verso”. È a quel punto che arriva l’occasione giusta. Alle mail risponde la China Southern. “Volavo con Ryanair e facevo le selezioni per la compagnia cinese – continua – E’ stato difficile, ci è voluto un anno di selezione dov’ero il più giovane e quello con meno esperienza. Mi ha aiutato la passione e sono riuscito a passare. Per volare ho dovuto rifare la licenza di linea di pilota cinese e a giugno ho iniziato con loro. Non ci credevo: oltre alla felicità di passare una selezione, c’era l’orgoglio di volare su lungo raggio. Pensavo che anche per loro la gioventù potesse essere un limite. Invece no, alla selezione ti fanno pelo e contropelo, ma è meritocratica”. E l’Italia? “Spero di tornare. Per ora ho un Piper all’Allegri". Decollando da lì, da quella pista dov'è iniziato tutto.
Nicola Munaro
Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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