«Ridatemelo!» Le grida disperate della madre sul corpo del figlio

Venerdì 21 Settembre 2018
Martin Fior, il bambino padovano morto sotto lo scuolabus
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PADOVA «Ridatemelo, ridatemelo!». A mezzogiorno e trentacinque di un normale giovedì, le urla di una donna di 37 anni squarciano la tranquillità di via Pasinato. È Luong Thi Oanh, la mamma del piccolo Martin. Ha appena visto il corpo del suo figlioletto sotto la ruota anteriore dallo scuolabus, ma non si rassegna al pensiero che il suo cuore abbia smesso di battere. «Restituitemelo, è ancora caldo» urla ai medici del 118, che però hanno capito subito che non ci sarà nulla da fare. Lei, in ogni caso, insiste: «Fatemelo abbracciare»: si attacca a quel corpicino e non vorrebbe staccarsi più. Piange disperata e più lacrime scendono, più lei stringe forte a sé il suo bambino. Alla fine, quando il piccolo viene caricato in ambulanza, capisce che non c'è più alcuna speranza e stramazza a terra. L'angoscia e la disperazione le hanno provocato un malore piuttosto serio, visto che dovrà passare l'intero pomeriggio e poi anche la notte all'ospedale di Cittadella.

 
LA FAMIGLIA Il padre Denis, 55 anni, originario proprio di San Martino di Lupari e molto conosciuto in paese, corre prima in via Pasinato e poi in ospedale.

Non si dà pace nemmeno lui, ma deve essere forte: c'è una moglie stravolta da sostenere e c'è un altro figlioletto a casa, ignaro di tutto. È più piccolo di Martin, indossa una maglietta da calcio con il numero sette sulle spalle e quando si affaccia al cancello, nella villetta di famiglia di via Venezia, sorride beato. Non sa niente della tragedia e forse è ancora troppo piccolo per capire. Ride, gioca, scherza. «È successo qualcosa di tremendo ma non voglio dire niente - mornora la zia, corsa a casa proprio per lui -. Ora devo pensare a badare a questo bambino». Il piccolo queste frasi non le sente. Resta in cortile correre spensierato, ma prima o poi qualcuno dovrà spiegargli che Martin, il suo fratello compagno di giochi, non tornerà più a casa. IL PARROCO «Un bambino bello, solare, educato, fine, di grande sensibilità. Sempre seguito dalla famiglia». Don Livio Buso, parroco di San Martino di Lupari, ricorda Martin dopo esser corso in ospedale per dare assistenza alla sua giovane madre. «Sono andato al Pronto soccorso di Cittadella per stare accanto ai genitori in un momento che si può immaginare essere straziante - spiega -. Una situazione pesante dove le parole sono difficili, ma già la vicinanza, la condivisione del dolore con la propria presenza, è importante. Siamo rimasti in silenzio, nessun discorso, frase o commento su quanto accaduto poco prima». Quella di ieri per la comunità parrocchiale di San Martino di Lupari doveva essere una giornata di grande festa. Era programmata la tradizionale celebrazione, alle 19 in Duomo, dedicata all'avvio del nuovo anno scolastico. Protagonisti gli alunni e gli studenti di tutte le scuole del paese. Una celebrazione più vivace del solito proprio perché a misura di giovanissimi. Certamente ci sarebbero stati anche Martin e il fratellino. «La chiesa era gremita - racconta in serata - , abbiamo dedicato la messa e pregato per Martin e per la sua famiglia, un modo anche questo per essere loro vicini. Siamo una grande famiglia». Michelangelo Cecchetto Gabriele Pipia

Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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