«Non apriremo più le pedane sui bus». Gli autisti lasciano giù i disabili

Giovedì 20 Settembre 2018 di Fulvio Fenzo
Rottura totale tra Actv e sindacato sull utilizzo delle pedane manuali a bordo degli autobus
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Più che un comunicato, è una dichiarazione di guerra. Una “guerra” nella quale, da oggi, le vittime saranno i disabili in carrozzina che vogliono salire in autobus. Perché, a meno che non si tratti dei vecchi mezzi in cui ci sono ancora le pedane automatiche (sempre che funzionino), gli autisti Actv si rifiuteranno di azionare gli scivoli manuali che li obbligano ad abbandonare il posto di guida. Anche se dall’azienda replicano già che il Codice della strada non vieta ai conducenti di effettuare questo tipo di operazioni. 
L’INVITO DELL’RSU Il “comunicato ai conducenti” firmato dalla Rsu aziendale (cioé i rappresentanti dei lavoratori che già nelle scorse settimane avevano contestato le pedane manuali) ha iniziato a girare ieri tra gli autisti. «Ad oggi l’azienda non ha accolto nessuna indicazione e non ha dato alcun segnale per affrontare il problema - si legge nel comunicato -. Riteniamo che le disposizioni operative impartite da Actv per garantire il servizio alle persone diversamente abili non possano essere applicate in quanto l’arresto, lo spegnimento del motore del bus, l’abbandono del posto di guida, in mezzo al traffico caotico e promiscuo, non possono essere applicate per ovvie ragioni di sicurezza. Pertanto - conclude la Rsu - invitiamo i colleghi conducenti di linea a non abbandonare il posto guida e segnalare le difficoltà oggettive alla centrale operativa di Actv». E, se l’autista non abbandona il volante per scendere dal bus, nessun altro potrà azionare le pedane manuali per far salire e scendere le carrozzine. «Questo è il risultato delle scelte aziendali e delle ultime dichiarazioni del direttore - spiega Valter Novembrini, segretario generale della Filt Cgil -. Hanno scelto questi sistemi senza alcun accordo con i lavoratori né con le associazioni dei disabili». 
LA REPLICA DI ACTV Il caso (ma senza l’invito alla “non collaborazione”) era già esploso nel corso di un recente incontro tra azienda e sindacati, nel quale la Rsu aveva chiesto il riconoscimento di tre giornate di ferie in più per ogni autista per il tempo impiegato nelle operazioni di apertura delle pedane. In direzione Actv la decisione di ieri dell’Rsu è giunta in modo del tutto inaspettato: «Innanzitutto - precisa l’azienda - il Codice della strada non vieta all’autista di lasciare il posto guida. e in tutta Europa si è ormai scelto il sistema delle pedane manuali perché quelle automatiche si guastano regolarmente. In città, nonostante le continue manutenzioni e le prove di funzionamento prima di ogni uscita dei bus dal deposito, è accaduto spesso che queste pedane si bloccassero durante le corse». L’invito a stracciare una disposizione operativa potrebbe però anche avere degli strascichi. «La Rsu sbaglia obiettivo, mentre noi abbiamo già avviato i primi contatti con le associazioni dei disabili per condividere il progetto di una “banchina standard” simile a quella del tram, cioé rialzata per agevolare gli accessi sui pullman, che potrà essere progressivamente realizzata nelle fermate più importanti, da pianificare insieme a garanzia della mobilità delle persona in carrozzina». Ma da oggi, intanto, i disabili rischiano di restare a terra. 
Ultimo aggiornamento: 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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