Nevegal, conto alla rovescia per salvarlo: servono 100mila euro entro il 30 settembre

Lunedì 17 Settembre 2018 di Damiano Tormen
Nevegal, conto alla rovescia per salvarlo: servono 100mila euro entro il 30 settembre
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BELLUNO - Meno 13. Il conto alla rovescia è cominciato e il numero è significativo: per la smorfia napoletana il 13 è Sant'Antonio, il santo delle grazie speciali. Chissà che non arrivi una grazia per il Nevegal. Il Colle ci spera. Perché stavolta pare proprio che serva un miracolo per salvare la stazione turistica dalla chiusura. Se entro il 30 settembre non arriveranno 100mila euro, e una progettualità a largo raggio per il futuro, gli impianti di risalita e la ski area resteranno chiusi nei mesi invernali. Tradotto: niente sci per un anno e niente Nevegal per chissà quanti anni, perché è ovvio che perdere un giro vuol dire perdere tutto. La questione è quanto mai spinosa e ingarbugliata. Con l'Alpe che pare in procinto di gettare la spugna dopo stagioni difficili. Con gli operatori preoccupatissimi per le attività del Colle che oggi danno lavoro a circa 120 persone. E con l'amministrazione comunale che ha dato rassicurazioni solo a voce, al momento, senza aver però preso parte alle ultime riunioni convocate da operatori e Alpe.
L'INCONTROChissà se qualcuno della squadra del sindaco si farà vivo, stasera. Alle 20.30, difatti, è in programma un incontro in quel di Cirvoi. Argomento: Nevegal, ovviamente. La riunione è stata convocata e organizzata dall'associazione Vivaio Dolomiti. E si preannuncia partecipatissima. Operatori, albergatori, rifugisti, associazioni: tutti sono con il fiato sospeso. E tutti vorranno capire qualcosa di più sul futuro del Colle. «La situazione è gravissima: se gli impianti non apriranno per questa stagione invernale per il Colle non ci sarà alcun futuro. Né per gli operatori che ci lavorano né per tutte le attività collegate al Nevegal - dicono gli organizzatori della serata - Vivaio Dolomiti è nato con l'obiettivo di valorizzare il territorio bellunese e tutte le sue eccellenze. Il Nevegal è fra queste e non possiamo lasciare che muoia viste anche tutte le potenzialità che il Colle ha. Per questa ragione organizziamo, come associazione, una riunione urgente per trovare una soluzione. Abbiamo invitato tutti gli operatori del Nevegal, l'Alpe, il sindaco Jacopo Massaro, la giunta e i consiglieri comunali di Belluno. Abbiamo invitato anche il presidente della Provincia Roberto Padrin, il consigliere regionale Franco Gidoni e gli assessori Gianpaolo Bottacin e Federico Caner (assessore al turismo, ndr), senza dimenticare il presidente della Regione Luca Zaia e tutti i Parlamentari bellunesi».
«L'AVEVO DETTO»L'incontro di Cirvoi servirà anche a tentare un'analisi di cosa non va sul Colle.

Un'analisi che aveva tentato anche Celeste Balcon, quattordici anni fa. Nel 2004, sulla rivista Il Cittadino, l'ex consigliere comunale scriveva che «occorre creare residenzialità, promuovere la stagione estiva e facilitare i collegamenti con la città. Prevedere spostamenti giornalieri in stazione invernale limitrofe, qualora le condizioni meteo non siano favorevoli all'innevamento. Il Nevegal necessita di un'idonea struttura ricettiva funzionante e al completo tutto l'anno che preveda l'offerta di pacchetti pensione per tutte le fasce d'età. Bisogna curare il turismo religioso considerato il richiamo esercitato dal santuario, offrendo biglietti seggiovia-consumazione agevolati. E come mai il centro le torri rimane inutilizzato? Un capitale in decadimento che dispone di sale convegni bar e ben 18 servizi igienici». A quanto pare, la situazione sembra più o meno la stessa. Solo che sono passati quattordici anni. Il Nevegal di oggi è un po' più vecchio e forse non avrà altri quattordici anni per provare a risolvere i problemi.

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