Morto per un selfie a 15 anni. Il padre: «Voglio verità e giustizia»

Lunedì 17 Settembre 2018 di Salvatore Garzillo
Morto per un selfie a 15 anni. Il padre: «Voglio verità e giustizia»
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Solare, gentile, sempre disponibile per gli altri e «già uomo» a 15 anni.

Così Alessandro Barone descrive suo figlio Andrea, morto dopo essere precipitato in un condotto di areazione dopo esser salito sul tetto di un centro commerciale di Sesto San Giovanni (Milano) sabato sera, probabilmente per fare un selfie. 

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«Non era un amante dello sport estremo, per lui voglio verità e giustizia», chiede con forza un padre che da sabato notte, non smette di soffrire e vuole almeno mettere fine alle «idiozie incredibili» che ha letto su suo figlio. Andrea «era amato da tutti, basta chiedere a chiunque nel quartiere, in centro», «a quindici anni era già un uomo, altro che sport estremi, ho letto e ascoltato idiozie incredibili su mio figlio. Le foto che girano in rete sono una bugia, sono stupidaggini, quella pubblicata ovunque, dove sembra sia sul tetto di un palazzo, è una stupidaggine. Io ci sono stato, in realtà era sopra la cabina dell'ascensore, solo una questione di prospettiva». 

 


Rispetto a quanto accaduto sabato sera al centro commerciale «Sarca», dove il 15enne era arrivato insieme agli amici per guardare un film, per poi correre via fino in cima al tetto del multisala per scattare una foto, Barone chiede che «invece di proteggere i colossi, cerchino la verità: una botola di un metro e mezzo aperta su un tetto non ci deve essere». Secondo quanto emerso fino ad ora, il ragazzo sarebbe salito sulla sommità della costruzione usando le scale anti incendio, esterne all'ingresso del multisala e, a detta del centro stesso, scavalcando barriere e ignorando divieti di accesso.

Barone non ci sta: «Quando hanno deciso di scendere lui è andato avanti per primo, perché lui era così, ha visto che c'era un cupolotto, ma non si è accorto che dietro c'era quel dannato buco, era troppo buio». Il condotto dell'areazione dove Andrea è precipitato, 30 metri più in basso, lo ha scaraventato al secondo piano interrato dell'ipermercato, uccidendolo. Per dare risposte alla sua morte, la Procura di Monza ha aperto un'inchiesta, un fascicolo per omicidio colposo al momento contro ignoti. Lo ha confermato il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti, che ha spiegato come l'inchiesta debba «accertare se vi siano state o meno responsabilità» in merito alla tragedia e che «ci vorrà del tempo per lavorare a dovere». La notizia, circolata nelle prime ore immediatamente dopo la tragedia, che Andrea e gli amici stessero fuggendo dai vigilantes della struttura è stata definita dagli inquirenti «fantasiosa», anche se verranno comunque fatti accertamenti in merito.

Ultimo aggiornamento: 19:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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