Migranti, tunisi frena sui rimpatri lampo: martedì vertice con il Paese africano sui charter

Sabato 15 Settembre 2018
Migranti, tunisi frena sui rimpatri lampo: martedì vertice con il Paese africano sui charter
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Non potranno essere rimpatriati tutti quanti nel giro di pochissimi giorni, come invece sperava il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Il leader del Carroccio puntava ad organizzare un volo charter straordinario che riportasse subito in Tunisia i 184 migranti arrivati venerdì a Lampedusa a bordo di sette barchini. E ora vuole cambiare gli accordi con il paese nordafricano. Le operazioni di rientro, infatti, inizieranno lunedì, ma dureranno almeno due settimane, perché la Tunisia ha respinto la proposta del Viminale, che aveva annunciato procedure velocizzate rispetto a quelle previste dall'intesa già in atto, che limita a 80 il numero di persone da rimpatriare con charter organizzati due volte a settimana. Intanto, i 184 sono stati trasferiti a Trapani per l'identificazione.

Dopo lo sbarco di venerdì, Salvini aveva annunciato di avere avuto, durante il vertice di Vienna, un colloquio informale con il suo omologo tunisino, Hichem Fourati. Aveva parlato di procedure «innovative» per mettere in atto rimpatri-lampo. Il Viminale stava organizzando un'identificazione immediata a Lampedusa e la velocizzazione delle pratiche per l'accettazione della riammissione in patria. L'ultimo step sarebbe dovuto essere, appunto, il rimpatrio con charter straordinario entro domani sera. Ieri, però, è arrivato il niet della Tunisia: «Non ci saranno procedure diverse da quelle previste dagli accordi in atto», hanno chiarito le autorità nordafricane.

L'INCONTRO
La prima riunione con i rappresentanti tunisini per trovare nuove soluzioni operative è prevista martedì. L'accordo attualmente prevede procedure di rimpatrio semplificate per quei tunisini che sbarchino sulle coste siciliane: i migranti vengono identificati dal console di Tunisi a Palermo e vengono poi fatti partire. Sui charter possono essere imbarcati non più di 40 profughi. «Stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia. Martedì avrò un incontro a Roma perché lì non c'è guerra, non c'è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia - ha detto ieri il vicepremier - stiamo lavorando anche per cambiare accordi che altri ci hanno lasciato e che non sono assolutamente soddisfacenti. Voli charter già ne partono per la Tunisia settimanalmente, l'importante è che ne partano di più e con più gente a bordo». Salvini, insomma, punta a velocizzare ulteriormente le operazioni di rimpatrio di chi arriva dalla Tunisia, che nel 2018 è stata la prima nazione di provenienza dei migranti, con circa 4.220 persone sbarcate in Italia. Di queste, 3.515 hanno ricevuto un provvedimento di espulsione e solo 1.633 sono tornate nel loro paese. Ieri, però, il Viminale ha diffuso anche altri dati: da quando la direttiva Salvini - che prevede una stretta sull'asilo - è entrata in vigore, i permessi di soggiorno per motivi umanitari sono calati del 30 per cento.

L'accordo di cui si parlerà martedì prevede il rafforzamento del numero dei charter, l'identificazione rapida di chi arriva in Italia, l'invio di due pattugliatori che sono stati equipaggiati a spese di Roma. Dovrebbe essere potenziato anche il sistema di controllo della costa.

LE TENSIONI
L'intesa con l'Italia potrebbe però essere messa a rischio dalla tensione politica a Tunisi, dove il governo di unità nazionale è a rischio paralisi.

Il premier Youssef Chahed è stato sospeso dal suo partito, Nidaa Tounes, componente della compagine governativa. Una decisione che arriva al culmine degli scontri tra Chahed e una parte della classe politica, guidata dal figlio del presidente, nonché direttore esecutivo di Nidaa Tounes, Hafedh Caid Essebsi. Il comitato esecutivo del partito ha «preso nota» della posizione di Chahed decidendo di «congelare l'adesione» del primo ministro, si legge in un comunicato nel quale viene annunciata anche la data del prossimo congresso di Nidaa Tounes, che si terrà entro gennaio 2019.

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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