PADOVA - Lavoratori fatti arrivare in Italia dalla Romania e dell'Albania, sottoposti a turni di 11 ore e pagati 4-5 euro l'ora, senza alcun rispetto delle nome di sicurezza, e talvolta assunti completamente in nero. È quanto scoperto dai militari del comando Carabinieri per la tutela del lavoro, che hanno arrestato tre persone nelle province di Padova, Perugia e Verona, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Firenze.
L'accusa è associazione per delinquere finalizzata alla reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro - cosiddetto caporalato -, aggravato dalla violenza, dalla minaccia e dai maltrattamenti. I lavoratori, una trentina quelli coinvolti, venivano impiegati in agricoltura e edilizia, soprattutto in Toscana e in Veneto, ma anche all'estero.
Il gip della Procura di Firenze ha ordinato l'arresto in carcere per Gaetano Pasetto, 48 anni di San Bonifacio, il "vero" datore di lavoro degli operai e due caporali alle sue dipendenze, Mihai Atanasoaei, 45 anni, romeno residente a Dicomano (Firenze), e Neculai Dudau, 63 anni, romeno abitante a Solesino, nel padovano.
Il caporale padovano, stando all'accusa, sfruttava lavoratori romeni e albanesi nelle campagne della bassa in aziende agricole che - almeno per ora - sembra non sapessero dello sfruttamento dei braccianti.
L'indagine pone Pasetto a capo di due cooperative, la The New Labor e la Geoservice, che aprivano contratti di servizio con aziende agricole, la prima copriva il Veneto, la seconda la Toscana.