Turista tedesca di 17 anni violentata in spiaggia dopo la disco

Sabato 8 Settembre 2018 di Monica Andolfatto
Turista tedesca di 17 anni violentata in spiaggia dopo la disco
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BIBIONE L'ha stuprata in spiaggia a Bibione dopo la serata passata in discoteca. Lui ha 20 anni, lei appena 17, entrambi tedeschi. I carabinieri l' hanno identificato a tempo di record nonostante le scarse informazioni: è rientrato, o per meglio dire, scappato in patria, quasi nell'immediato. Sull'episodio la procura di Pordenone ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata. È successo la notte di giovedì a Bibione. Piangeva quando si è presentata nella caserma dei carabinieri della località balneare, e ha pianto per tutto il tempo in cui ha raccontato l'orrore vissuto: un fisico esile e un volto quasi da bambina, tanto da sembrare più giovane della data di nascita scritta sulla carta d'identità.
Certo, ha ammesso di avere bevuto, molto, forse troppo, ma questo non deve essere mai interpretato come una giustificazione per l'aguzzino, bensì come un'aggravante. Ed è stato proprio quello stato di intontimento totale a impedirle di fornire dettagli utili agli investigatori che hanno lavorato per 24 ore di seguito per incastrare il responsabile. Non è stato per nulla semplice. Ma alla fine determinazione e tenacia hanno fatto la differenza.

La minorenne, residente nei pressi di Stoccarda, a Bibione è arrivata lo scorso 1. settembre per una settimana di vacanza, con degli amici e la mamma di una coetanea. Quella maledetta serata l'ha trascorsa in compagnia nella discoteca Koko. C'era già stata. Birra e superalcolici. Poi l'hanno vista allontanarsi con un ragazzo appena conosciuto, un connazionale di 23 anni. Verso il vicino arenile di piazzale Zenith. Erano all'incirca le tre e mezza. Poi alle cinque del mattino, il brusco risveglio. Gli abiti sparsi sulla sabbia, i graffi, le lesioni, il dolore. E il vuoto nella testa. Quando si è rivolta ai militari dell'Arma, insieme a un'amica, è convinta che ad averla violentata fosse stato uno sconosciuto. La sua mente non riesce nemmeno a immaginare che quel ragazzo dolce e gentile con cui ricorda di aver parlato possa averle fatto una cosa del genere. È convinta che a ridurla in quelle condizioni sia stato uno sconosciuto, forse un nordafricano. Non è così.
L'OSPEDALE
Accompagnata al vicino pronto soccorso i medici si rendono subito conto che la ragazza è stata abusata e quindi la fanno trasferire all'ospedale di Portogruaro, dove viene attivato il protocollo previsto in caso di violenza sessuale: il tampone vaginale per recuperare eventuali tracce di liquido seminale, la repertazione degli abiti indossati, le foto di lividi e contusioni.
E lei ha sempre continuato a piangere. Mentre i carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia e della compagnia di Portogruaro continuavano a lavorare in base ai pochi riscontri disponibili: per tutta la notte hanno ascoltato gli amici, i dipendenti del locale, i buttafuori. E i loro racconti convergevano sul fatto che tutti l'avevano vista con quel tipo. No, nessun extracomunitario, ma un tedesco che altre volte era stato visto nella disco.
Poi gli accertamenti e i riscontri tecnici, che non vengono divulgati, hanno contribuito a risolvere il rebus: anche la visione dei filmati delle telecamere. La ragazzina, sotto choc, è stata medicata e dimessa: ieri i suoi genitori sono arrivati dalla Germania e l'hanno riportata a casa. Sapendo che solo il passare del tempo e l'affetto potranno lenire una ferita che non guarirà mai. Come quella inferta, un paio di settimane fa, a una quindicenne triestina abusata fra gli ombrelloni a Jesolo da un senegalese irregolare individuato dalla Squadra mobile lagunare in meno di 48 ore.
 

Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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