Il prefetto Zappalorto: «Per ora non smantelliamo il campo profughi»

Venerdì 7 Settembre 2018 di Diego Degan - Davide Tamiello
Il prefetto Zappalorto: «Per ora non smantelliamo il campo profughi»
12
CONA - «Per il momento non si smantella nulla. La direttiva ministeriale c'è, è lì e dobbiamo prenderne atto. Ma prima di prendere qualsiasi decisione voglio consultare l'Avvocatura dello Stato, nel frattempo tutto rimane così com'è». Ovvero: Edeco a gestire l'Hub di Cona fino a contrordine e bando per l'aggiudicazione dei servizi della base (per il momento) valido. Parola di Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia, ieri a Treviso per un vertice insieme ai colleghi di tutta la regione.

 
L'indicazione del Ministero è chiara: si va verso la chiusura. Zappalorto, però, prima di eseguire vuole sapere con assoluta certezza quale sia la via più corretta da seguire. «Per questo, appunto, sentirò l'Avvocatura - continua - per capire se si possa proseguire con i contratti per gli appalti già chiusi». Per il prefetto, infatti, fino a prova contraria l'appalto del primo lotto della gestione della base di Cona (servizi alla persona) rimane valido. «Non l'ho revocato - spiega - l'aggiudicazione per me rimane valida. Al momento rimaniamo in stand by, d'accordo anche con gli altri prefetti. La situazione degli Hub è analoga ovunque, la differenza con Venezia è che noi abbiamo avuto l'imput di alleggerire Cona. Ma finché non avrò un quadro chiaro sul da farsi non prenderò decisioni». Anche Edeco, la cooperativa che attualmente gestisce l'ex base missilistica, al centro di una delicata inchiesta giudiziaria, rimane al suo posto. «È l'attuale gestore e, almeno per ora, continua a esserlo», conferma Zappalorto. 
PRESENTE E FUTURO
Questo è il presente. Per il futuro, però, il destino sembra essere già segnato, come avrebbe confidato lo stesso prefetto al sindaco di Cona, Alberto Panfilio. «Zappalorto mi ha assicurato che l'intenzione del Governo è chiudere Conetta e che, insieme ai colleghi delle altre prefetture del Veneto, avrebbe concordato un piano di redistribuzione dei richiedenti asilo di Conetta e Bagnoli. Con questo impegno a me non resta che attendere», spiega il primo cittadino al termine del colloquio che si è tenuto ieri mattina, a seguito di una serie di dichiarazioni e di fatti che avevano reso incerto il futuro di quello che è stato uno degli hub per migranti più grandi del Veneto. Prima le esternazioni del ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Dimezzeremo Cona» e «Svuoteremo Cona» aveva detto nel giro di un paio di giorni, anche a commento delle rivelazioni dell'inchiesta che riguarda i due campi profughi e la cooperativa Edeco (ex Ecofficina). Poi la notizia che Edeco, che aveva perso l'appalto di Conetta, sarebbe comunque rimasta a gestire la ex base militare, perché il Governo (ovvero Salvini, ovvero la Lega) avevano bloccato tutte le gare per l'accoglienza ai migranti, con l'intento di rifarle ex novo per ridurre le relative spese. «Dopo due anni e passa siamo tornati al punto di partenza aveva commentato amaramente Panfilio con lo stesso numero di migranti di fine 2015 e la stessa coop, pluri-inquisita, a gestire il campo». Una situazione che non lasciava presagire nulla circa i tempi di chiusura (più volte invocata proprio dalla Lega) di Conetta. «Per rifare il bando ci vogliono mesi: un tempo che può essere utilizzato per collocare un po' di persone altrove (svuotando, quindi, ma senza chiudere del tutto). Del resto, se si fosse dato corso all'appalto già assegnato alla coop Nova Facility, avremmo visto, probabilmente, partire i tendoni (che sono proprietà di Edeco) e arrivare i prefabbricati (sostanzialmente richiesti dall'Ulss, ndr) e sarebbero partite nuove attività (istruzione, formazione, integrazione, ecc.) previste dal bando di gara e, oltretutto, di un certo costo. Da un punto di vista leghista, non poteva funzionare. Di qui lo stop alla nuova gestione ma anche il perpetuarsi di quella precedente, caratterizzata da gravi azioni di mistificazione e falsificazione dei dati». Un quadro che preoccupava molto il sindaco «rompiscatole» (così era stato definito Panfilio all'epoca) e su cui Zappalorto è intervenuto con un colloquio che voleva essere chiarificatore ma i cui esiti si vedranno nei prossimi giorni.
Diego Degan
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci