Oltre 9.000 domande, ma i veri rifugiati sono 364. Spariti 4 su 10: ecco le cifre delle Prefetture

Domenica 2 Settembre 2018
foto di repertorio
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PADOVA - Oltre 9mila casi esaminati (9.100), al ritmo di trecento al mese, dal 16 marzo del 2015, data in cui si è insediata la Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale.  E il risultato nelle sue percentuali di base non cambia dimostrando che di veri profughi in giro ce ne sono pochi. I veri profughi sono coloro che hanno diritto allo status di rifugiato e sono stati fino ad agosto 364, ovvero il 4 per cento. Bisogna dire che la Commissione sta esaminando i casi raccolti nelle province di Padova e Venezia (per un anno e mezzo ha fatto anche Rovigo) e i risultati sono simili alle percentuali nazionali.

I RIGETTI La Commissione prefettizia dunque ha rigettato 4.732 richieste il 52 per cento, ritenendoli evidentemente dei migranti economici. Quasi tutti hanno fatto ricorso al tribunale poi faranno appello e infine arriveranno in Cassazione. Dal 17 agosto dell’anno scorso però un decreto del ministro Minniti assegna per i ricorsi inoltrati dopo quella data un solo grado di rivalsa dopo il tribunale di primo grado, la Cassazione. Quindi le pratiche saranno più veloci dell’anno e mezzo odierno che comunque è già stato consumato dai primi arrivati. Così ci dovremo aspettare sempre più persone che escono dal programma di accoglienza. Dove andranno? Nel frattempo vale la pena completare il quadro. Ed è questo il vero problema oggi. Che fine fanno? Restano da clandestini in Italia. Quattro su dieci invece sono spariti subito, appena arrivati.

LE PROTEZIONI In ogni caso lo status di protezione sussidiaria è stato ottenuto dal 6,3 per cento ovvero 573 persone. Quello di protezione umanitaria dal 21 per cento, 1911 persone. Per un altro 15 per cento (1365) il giudizio è sospeso. Chi ottiene asilo ha diritto a un permesso di soggiorno di cinque anni che gli può permettere di cercare lavoro, avere la tessera sanitaria (esente da ticket) e attuare il ricongiungimento con la famiglia. Lo status si otteneva con un’istruttoria davanti a quattro funzionari: uno della Prefettura, uno del Comune, uno dell’Unhcr l’alto commissariato dell’Onu e uno della Polizia attraverso colloqui e questionari. Poi è cambiato. Ora ci sono quattro funzionari amministrativi assunti ad hoc. La Commissione al termine dell’esame decide se dare lo status di rifugiato, questi sono i veri profughi. Poi si possono ottenere permessi di soggiorno con sfumature diverse, la “protezione sussidiaria” (permesso per 5 anni) o la “protezione umanitaria” (permesso da 6 mesi a 2 anni). Per lo “status” di rifugiato bisogna dimostrare che si fugge da una persecuzione per razza, etnia o religione. La protezione sussidiaria la ottiene invece chi rientrando in patria potrebbe essere in pericolo di morte. Quella umanitaria va a chi sfugge da guerre o catastrofi. La maggior parte sono state date a somali, siriani ed eritrei e a qualche nigeriano.

LA DISTRIBUZIONE Attualmente nel nostro territorio ci sono 2.300 profughi che sono in attesa del riconoscimento.
Sono ospitati oltre che nell’hub di Bagnoli (200) nei centri di accoglienza straordinari, ovvero strutture (case private ex alberghi, parrocchie) che vengono date alle cooperative che hanno vinto l’ultimo bando che distribuiva 87 milioni di euro per gestire un monte di 2.800 profughi per un biennio. Sono divisi a piccoli gruppi tanto che i Cas oggi sono 200. A Padova città ne esistono 96. 
Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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