Nubifragi a Verona e provincia:
ancora pioggia, vendemmia a rischio

Domenica 2 Settembre 2018
nubifragio a verona
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VERONA - Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha firmato oggi, domenica 2, il decreto per lo stato di crisi a Verona e nelle zone della provincia scaligera colpite dai violenti nubifragi tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri - e poi durante la notte e nella mattinata di oggi - che hanno creato danni ad abitazioni, impianti, opere pubbliche e strutture industriali e produttive. Tra i comuni più colpiti oltre alla zona est di Verona, Negrar in Valpolicella, la zona nord di Verona, Monteforte d'Alpone, Zevio, San Martino Buonalbergo, Bovolone, Quinzano, Avesa, Arbizzan. Ai pompieri sono arrivate oltre 300 chiamate di aiuto da sabato pomeriggio.  A Bovolone un uomo è rimasto bloccato con la sua auto in un sottopasso ferroviario allagato ma è riuscito a mettersi in salvo. In alcune fasce del territorio scaligero sono precipitate autentiche bombe d'acqua che hanno scaricato fino a 170 millimetri di pioggia in due ore, ingrossando pericolosamente i corsi d'acqua.
 



PRIMO BILANCIO. Le situazioni più pesanti riguardano l'Est e la Valpolicella, due zone a forte vocazione vinicola. «In questo momento è prematuro fare la stima dei danni, ma certamente l'apprensione è alta», ha detto il sindaco di Soave, Gaetano Tebaldi. Nella frazione di Costeggiola una decina di famiglie si sono ritrovate le abitazioni invase dall'acqua, che è arrivata a sfiorare i due metri di altezza. Almeno altre trenta famiglie sono state colpite da allagamenti. Sono all'opera due squadre della Protezione civile, il personale del comune e la Polizia municipale. Il fiume Tramigna defluisce in maniera regolare ed è stata aperta la discarica per conferire il materiale alluvionato. Verso la frazione di Fittà sono caduti 180 mm di acqua e si sono verificate alcune frane. Pesanti problemi a Monteforte d'Alpone, che nel 2010 è stata colpita assieme a Soave dall'alluvione di Ognissanti e poi da altre due successive inondazioni.

Decine i garage e gli scantinati invasi dall'acqua, molte strade sono impraticabili e si sono verificate delle frane.
In poco più di tre ore il livello dell'Alpone si è alzato di quasi un metro e mezzo. Il sindaco Gabriele Marini ha attivato l'unità di crisi con il supporto anche dei tecnici del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta. Il picco di precipitazioni si è registrato a Santa Maria di Negrar, in Valpolicella, dove sono caduti 178 mm di acqua in poco più di due ore
. A rischio la vendemmia nel Valpolicella e quella di Amarone.

VERONA CITTA'.
Il sindaco Federico Sboarina, assieme ad assessori, consiglieri comunali e ai presidenti delle municipalizzate Amia e Agsm, è al lavoro dalla mattinata sul Lungadige Attiraglio, nella zona più colpita dal nubifragio, per aiutare gli abitanti che, tolta l'acqua, hanno le case invase dal fango. Si tratta di una decina di abitazioni, subito dopo il Pronto Soccorso dell'ospedale di Borgo Trento, le uniche in tutto il comune ad aver registrato gravi problemi. «La conta dei danni si farà dopo - ha detto Sboarina - adesso è più urgente dare una mano alle persone. Per questo ho chiamato a raccolta gli amministratori. Qui c'è gente che ha perso mobili, macchine e ricordi per colpa di mezz'ora di inferno d'acqua. Ringrazio il governatore Zaia per aver fatto prontamente la richiesta di aiuti al governo». 


Da parte sua, il governatore in una nota ha sottolineato che «chiederemo al governo non soltanto la dichiarazione dello stato di emergenza ma anche una attenzione particolare a cittadini e imprese. Ho seguito per tutta la notte, in costante contatto con l'assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, l'organizzazione della macchina dei soccorsi, la mobilitazione e la dislocazione delle squadre dei volontari regionali, che hanno risposto come sempre con entusiasmo e professionalità. Oggi le 36 squadre già operanti sui territori saranno ulteriormente rafforzate, mentre anche i Vigili del Fuoco, che non ringraziamo mai abbastanza, sono operativi con squadre provenienti anche dalle province vicine».

Il decreto sullo stato di crisi, precisa la Regione, resterà «aperto» per consentire ai sindaci di completare il censimento dei danni a opere pubbliche, infrastrutture, privati e imprese. Disagi si sono verificati anche in altre località del Veneto, ma di minore entità. 

Da tutto il Veneto sono affluite 41 squadre di volontari, con 164 uomini al lavoro, cui stamani hanno dato il cambio altre 31 provenienti dalle province di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, con 124 volontari. Altri 64 volontari di 16 squadre (11 di Padova e 5 di Verona) sono pronti a subentrare. A Verona è stato addirittura il sindaco, Federico Sboarina, assieme ad assessori, consiglieri comunali e ai presidenti delle municipalizzate Amia e Agsm, a imbracciare la pala e a scavare nella zona del Lungadige Attiraglio per aiutare gli abitanti a portare via il fango dalle case. Il presidente regionale Luca Zaia ha subito decretato lo stato di crisi per i territori colpiti dai nubifragi, e preannuncia la richiesta dello stato di emergenza al Governo. «I danni sono ingenti - ha commentato - e oltre ai danni a famiglie e imprese, il nubifragio ha martoriato un distretto produttivo strategico per l'economia del Veneto, proprio nel momento clou della raccolta dell'uva e della successiva vinificazione. Ai danni dovuti all'impraticabilità delle campagne, al diffondersi di malattie fitosanitarie a causa delle continue piogge in presenza di uve mature, si aggiungono in queste ore quelli inflitti ai vigneti, flagellati dal maltempo. Faremo la conta alla fine, con attenzione particolare alle ricadute sulla vendemmia in un'area così fortemente vocata. Intanto ho dato mandato al direttore di Avepa, Fabrizio Stella, di far uscire subito sul territorio i funzionari dell'Agenzia per i pagamenti nel settore primario per fornire assistenza a tutte le imprese agricole vittime del maltempo di queste ore».

 

Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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