I genitori dovrebbero insegnare la prudenza. Ma una ragazza stuprata non se l'è mai cercata

Domenica 26 Agosto 2018
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Caro Direttore,
la vicenda della ragazzina 15enne di Jesolo non ci fa certo onore e l'aggressore va sicuramente punito, ma da mamma vorrei poter dire la mia. Alle tre di notte, non lasci i tuoi amici e te ne vai con uno sconosciuto in un posto appartato, per poi diventare la Maria Goretti di turno... Sicuramente a quell'ora e a quell'età il posto più sicuro è la tua famiglia.


Annamaria De Grandis
Castelminio di Resana (Treviso)


Cara lettrice,
lei ha ragione: prudenza, buon senso e una sana diffidenza non dovrebbero mai mancare e andrebbero insegnate ai propri figli a costo di apparire noiosi e datati. Ma stiamo attenti a non confondere vittima e carnefice. Che una ragazza di 15 anni pecchi di imprudenza o di disinvoltura o assuma comportamenti eccessivamente disinibiti è ovviamente censurabile, ma appartiene anche a quella fase particolarissima della vita che va sotto il nome di adolescenza. Non è una giustificazione, è una constatazione che riguarda tanti ragazzi e tante ragazze. Che un uomo approfitti di questo per abusare di lei appartiene invece alla peggiore delinquenza. E a un'idea malata e immonda dei rapporti tra uomo e donna. È questo il problema: il fatto che tanti uomini ritengano legittimo e normale imporre con la forza i propri desideri sessuali a una donna. Proprio per questo non possiamo e non dobbiamo confondere piani e responsabilità: la violenza su una donna non deve e non può avere giustificazione alcuna. Guai a noi se facciamo passare il concetto un po' in fondo se l'è cercata. No, una ragazza che viene stuprata non si è cercata proprio nulla. Ha subito e basta. E porterà il segno di questa drammatica esperienza per tutta la vita. È bene non dimenticarlo mai.
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