Raffica di chiusure, fuga delle banche dai piccoli centri urbani

Domenica 12 Agosto 2018 di Melody Fusaro
Raffica di chiusure, fuga delle banche dai piccoli centri urbani
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MESTRE - Frazioni e periferie, si apre ufficialmente la caccia allo sportello o almeno a un bancomat. Dalla Riviera, al Miranese e Portogruarese, fino alle isole di Venezia, sono tante le filiali delle banche che chiudono, lasciando scoperti territori anche popolosi. L’ultima ondata di chiusure della Banca Popolare di Milano ha dato il colpo di grazia. Il “piano di razionalizzazione” ha previsto, da inizio estate, la chiusura di 17 filiali, che nel veneziano ha coinvolto anche Catene, Cipressina, Sant’Erasmo, Murano e un paio di sportelli nel centro storico di Venezia.
  Una doccia fredda, soprattutto per i residenti di Sant’Erasmo che non hanno nemmeno la Posta. Lo sportello bancario è chiuso da fine giugno ma il proprietario del fondo ha concesso di lasciare attivo il bancomat fino a scadenza del contratto di affitto, a fine ottobre. «Da quel momento in poi noi non avremo più niente - spiega un residente, Stefano Nardin -. Tutti dovremo spostarci verso Burano o in Calle larga San Marco, o a Cavallino, e perdere ore di lavoro. Un problema soprattutto per chi ha un’attività commerciale qui ma anche per gli anziani, che a differenza nostra non possono utilizzare l’homebanking, che è sostitutivo solo di alcuni servizi».
Una quindicina d’anni fa l’apertura della banca a Sant’Erasmo era stata accolta con un grande entusiasmo. Tanti residenti, anche per gratitudine, avevano trasferito il loro conto corrente al Banco San Marco. «Volevamo premiare l’investimento importante che era stato fatto. Ora questa notizia, arrivata a maggio quindi con poco preavviso, ci taglia le gambe. La banca era diventata un parte importante del meccanismo dell’isola, un contatto con il mondo che in posti come questo diventano un punto di riferimento. Lo viviamo come un brutto scherzo e con rammarico: speravamo che i nostri riferimenti della banca ci mettessero in contatto con la proprietà, per permetterci di spiegare le nostre esigenze». E ora è difficile, in tempi di chiusure, trovare qualcuno disposto a investire su un’isola di 650 residenti.
La notizia della chiusura dell’agenzia del Banco Bpm ha colto di sorpresa anche alla Cipressina a Mestre dove soprattutto gli anziani correntisti si sono ritrovati senza un punto di riferimento importante. Ma la soddisfazione però sta arrivando dall’altro istituto di via Castellana: il Centromarca banco credito cooperativo sta provando a colmare il vuoto, mettendosi a disposizione della comunità. E non si sta meglio fuori dal capoluogo. La recente chiusura dell’ultimo sportello bancario al Villaggio dei fiori a Spinea sta creando numerosi disagi, nonostante la barca Intesa Sanpaolo abbia provato a limitarli attivando un servizio di prelievo, fino a 150 euro al giorno, in una tabaccheria del quartiere. Per qualsiasi altro servizio, o per prelevare fuori dai giorni e gli orari di apertura della tabaccheria, bisogna però salire in autobus o in bici e raggiungere Spinea centro, in via Roma.
A Dolo nel giro di pochi mesi sono stati chiuse diverse filiali, compreso l’unico sportello a disposizione dei 5500 abitanti di Sambruson. Come per Spinea e Cipressina, i tentativi dell’amministrazione di “sensibilizzare” il privato sono falliti. Ma in questi giorni sta tornando la fiducia: un paio di istituti di credito sembrerebbero aver messo gli occhi su quella frazione di Dolo, scoperta ma popolosa. Situazione simile a Portegrandi, che ha perso la filiale e salvato solo il bancomat (anche se di recente lo hanno saltare in aria in un tentativo di rapina). Così come a Gardigiano, che ha 2200 residenti e nessuna banca. Da un paio d’anni, tra le polemiche dei correntisti per la chiusura dell’agenzia, i residenti si devono accontentare di spostarsi (anche se non troppo lontano) a Peseggia, dove c’è anche la posta. Anche qui, come a Portegrandi, non si vedono nuovi investitori.
Ultimo aggiornamento: 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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